Scie chimiche: ne avrete sicuramente sentito parlare. Ora, la questione è di difficile risoluzione: esistono o sono una invenzione? La teoria del complotto delle scie chimiche nasce nel gennaio del 1996, quando gli Usa e la loro aeronautica militare furono accusati di “avvelenare” la popolazione con non meglio identificate sostanze, utilizzando aerei speciali che rilasciavano scie innaturali e pericolose.
L’aeronautica militare Usa, ufficialmente, prese le distanze da queste insinuazioni. Anzi, rispose che questa accusa faceva riferimento ad una vera e propria bufala, cui ha dato in parte vita anche il decontestualizzato studio di un testo redatto nell’istituto universitario dell’Air Force intitolato Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025.
Un manuale realmente esistente, quello che ha alimentato le voci sulle Scie Chimiche, presentato in risposta alla richiesta dei militari di esplicare future metodologie di modifica del sistema climatico, con l’obiettivo di garantirsi il dominio anche nei decenni a venire.
Solo successivamente l’Air Force informò che questo documento non rispecchiava le attuali politiche militari degli Usa e assicurò che non era in corso alcun esperimento di modifica del clima, da perseguire tramite scie chimiche, né presente né inquadrabile in ottica futura.
Tra i cultori del complotto legato alle Scie Chimiche, ci sono vari punti di vista: c’è chi sostiene si tratti di gas emessi nell’ambiente da aerei speciali al fine di modificare il naturale risvolto climatico. Chi addirittura ci vede la lobby delle case farmaceutiche, pronte ad immettere nell’aria batteri che creino nuove malattie così da poterne poi commercializzare i vaccini.
Le scie che gli ultras del complotto definiscono “chimiche“, però, vengono considerate dagli esperti semplicissime scie di condensazione, ovvero strisce nuvolose inizialmente sottili e che, successivamente, si allargano.
A dirla tutta, poi, c’è un’altra cosa che non torna. Anzi, più d’una. Succede per (quasi) tutte le teorie del complotto. Fateci caso: anche se vengono ipotizzate e citate presunte organizzazioni senza scrupoli queste sembrano infischiarsene completamente dei vari siti internet che ne fanno i nomi, lasciando loro la totale possibilità di rivelare al mondo il complotto.
Chi crede alle scie chimiche, respinge questa obiezione rispondendo che censurare un sito internet sarebbe una mossa troppo visibile, che renderebbe palese il complotto. Questa tesi però stride con alcuni accadimenti, anche piuttosto recenti, come le morti sospette di Aleksandr Val’terovič Litvinenko, della giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja, o il recente arresto di Julian Assange.