La storia è tanto semplice quanto importante. Camilla e Marco sono due pubblicitari annoiati che hanno un’idea: creare dolci basandosi sui criteri del design. Ci riescono a Roma dando vita alla Fonderia Dolci & Design che ora è una realtà che fa molto parlare di sè. Scopriamo insieme a Camilla qualche retroscena.

Come sintetizzeresti il concept della tua attività?
Abbiamo voluto applicare le nostre competenze in comunicazione ad una materia nuova come la pasticceria. Ci siamo posti una domanda precisa: cosa succede se usi tecniche di illustrazione e di graphic design sulla pasta frolla e, più in generale, sui dolci?

È un momento d’oro per il food. State studiando per diventare una nuova Eataly?
Espandere il marchio ci farebbe piacere ma, rispetto ad Eataly, siamo più artigianali e vogliamo rimanere tali. Riconosco, comunque, che ora sia scoppiata la moda del cibo da noi ed anche che noi siamo arrivati in tempo grazie alla nostra capacità di cool hunting. Lavorando nel mondo della pubblicità, d’altronde, abbiamo trascorso ore ed ore sui blog più moderni dove abbiamo colto un crescente interesse per l’estetica applicata al mangiare.

C’è però il rovescio della medaglia… la controtendenza del fitness. La temete?
Per nulla. Per tanta gente che si mette a dieta e si iscrive in palestra ce n’è altrettanta golosa. E poi nulla ci vieta di esplorare anche questo aspetto con prodotti allo zucchero di canna o senza zuccheri aggiuntivi.

Cosa spinge due ragazzi a fare gli imprenditori ora che i grandi nomi sono in crisi?
Solo l’incoscienza. Quando esponevamo l’idea ai nostri amici, tutti ci dicevano di andarcene all’estero dove avremmo fatto successo in pochi mesi. Noi, invece, volevamo riuscirci in Italia e, nonostante enormi difficoltà, ce l’abbiamo fatta.

Grazie “ai soldi mammà”?
No, grazie al finanziamento che abbiamo ottenuto da Invitalia in quanto micro-impresa. Ci abbiamo messo ben due anni ed abbiamo superato prove burocratiche quasi epiche ma, alla fine, i soldi sono arrivati. Metà a fondo perduto e metà da restituire dopo un anno di ammortamento con un 1% di interesse.

Cosa diresti per convincere un giovane a venire da voi?
Che facciamo i dolci più buoni di Roma in un modo che non ha mai visto. Noi siamo cake designers al contrario.

Qual è la vostra specialità?
Al momento direi l’Operà Francese. Pan di Spagna alle mandorle, crema di caffè, cremoso al cioccolato fondente e glassa lucida al cioccolato. La considero alta pasticceria.

Che tipi di clienti vi capitano?
Di tutto. Da chi si presenta con le mazzette pantone per farci capire di che colore vuole il dolce ad architetti che ci mandano i loro bozzetti per le torte aziendali.

Cosa pensi di programmi come Master Chef?
Che sono divertentissimi e fanno bene al nostro settore. Un discorso a parte, però, merita “Il Boss delle torte” non si parla mai dei costi che noi sosteniamo per realizzare il tutto. È bello sdoganare questo tipo di pasticceria ma è importante anche far capire che i prezzi sono in linea con un mercato che non è quello del forno tradizionale.

Siete molto cari?
Per nulla. In America una porzione di questo tipo di torte viaggia sui 12 dollari mentre noi siamo sui 5 euro.

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