Terra dei Fuochi. Ci sono altre zone d’Italia in pericolo? Il dubbio viene, se si considera che Roberto Mancini, poliziotto eroe che ha pagato con la vita la sua sete di verità, ha denunciato quanto stava accadendo il alcune località della Campania addirittura nel 1996, con dei report che sono rimasti inascoltati per anni, nascosti in chissà quale cassetto senza che nessuno facesse nulla per evitare un biocidio che sta causando morte e miseria.

 

C’è un interrogativo che nasce spontaneo. Se per così tanti anni qualcuno ha voluto nascondere il pericolo che si stava correndo nel napoletano, esiste qualche altra zona in Italia in cui oggi si sta verificando quanto accadde in Campania a partire dai primi anni ’90, con lo smaltimento di rifiuti tossici (e in alcuni casi radioattivi) che ha avvelenato una terra?

La risposta, secondo molti, è purtroppo affermativa. Una delle regioni maggiormente preoccupate dai nuovi scenari che potrebbero aprirsi in merito allo smaltimento illegale dei rifiuti è la Puglia. Lo scorso 11 aprile il Gip di Bari, Sergio di Paola, ha messo il sigillo all’inchiesta «Black Land» coordinata dagli uomini della Distrettuale antimafia di Bari (agli ordini del colonnello Maurizio Favia) con i carabinieri del Noe di Bari e del Comando provinciale di Foggia.

Nuova terra dei fuochi all’orizzonte? Sembrerebbe di sì. Sono stati 14 gli arresti per traffico illecito di rifiuti , una persona è latitante, un’altra  nel frattempo è morta ammazzata. Sono 24 gli episodi ricostruiti di illecito abbandono o incendio di immondizia tra il Foggiano, Trani e il Melfese. Uno degli arrestati, Pasquale Martino Di Ieso, di Avellino, risulta citato nelle rivelazioni che il pentito Carmine Schiavone ha fatto il 7 ottobre 1997 alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti: all’epoca era indicato come autista di camion, 15 anni dopo ha fatto il salto di qualità.

Le accuse? Pesantissime. Per almeno un anno i rifiuti urbani di mezza provincia di Salerno sono finiti nelle cave e nelle campagne pugliesi, nei luoghi in cui cresce il grano, a un passo dai parchi archeologici, in quei lembi  della terra che dovevano produrre ricchezza e che invece sono stati avvelenati dall’infame mano dell’uomo.

A volte per coprire il misfatto bastava una pala meccanica, altre volte serviva l’incendio: eccola, quindi, per la prima volta immortalata in un’indagine, una nuova terra dei fuochi. In Puglia.

E chissà in quanti altri angoli del bel Paese, attività criminali, stanno avvelenando il futuro di chi ancora deve nascere e che si ritroverà a pagare tra qualche anno colpe non sue a causa dell’ingordigia, della miopia e della stupidità di chi pur di guadagnare denaro sarebbe pronto a uccidere un proprio figlio.