C’è un’Italia che va. Un’Italia green. Che sorprende e fa sperare. in un futuro migliore rispetto a un presente chiaroscuro che presto vorremmo lasciarci alle spalle. Una inconsapevole conversione ambientale, infatti,  ha  permesso al nostro Paese di  ottenere la leadership nelle trasformazioni green dell’economia superando la Germania, tradizionalmente considerata il campione in questo settore.

Tutti gli studi realizzati in questo settore evidenziano i progressi fatti dall’Italia, che nel 2014, all’interno dell’Unione Europea, è il Paese che consuma meno risorse, producendo meno emissioni e consumando meno energia.

I consumi  a testa di energia,  in confronto a Germania e Ue, sono rispettivamente inferiori del 32% e del 19%; l’intensità energetica (consumi di energia rispetto al Pil) è inferiore del 10% rispetto a quella tedesca e del 14% rispetto alla media Ue.

Obiettivi importanti raggiunti in modo quasi casuale, senza una determinata strategia e senza precise politiche ambientali, ma grazie alla capacità di massimizzare l’impiego delle risorse nel periodo più difficile, di crisi economica e stress, attraverso una gestione più efficiente delle risorse consumando meno energie, producendo da fonti rinnovabili, aumentando il riciclaggio di rifiuti nell’industria, adottando stili di vita sostenibili.

Il nostro Paese si dimostra essere molto competitivo, ma sono ancora diversi però, le problematiche su cui sarebbe opportuno intervenire: una ad esempio, fa riferimento alla questione occupazione.

Non si possono trascurare, poi, il fatto che  la mobilità privata sia preferita ancora a quella pubblica, la poca eguaglianza, la supremazia della discarica per smaltire i rifiuti urbani, la piaga dell’abusivismo edilizio.

Dal punto di vista ambientale, comunque, siamo sulla strada giusta. Se “casualmente” molto è stato fatto, programmaticamente, però, molto è ancora da fare. Per noi e per il Paese che lasceremo in eredità ai nostri figli.