Giocare ad un videogioco capace di diagnosticare il morbo di Alzheimer. Quello che apparentemente sembra uno scherzo è in realtà l’ultima trovata tecnologica di una start up americana la Akili Interactive Labs. Il gioco, chiamato Project:Evo, è al momento un’applicazione per smartphone e tablet capace, secondo gli sviluppatori, di diagnosticare non solo l’Alzheimer ma anche numerose altre malattie neurodegenerative. La “diagnosi” avverrebbe grazie alla sua interfaccia. Il giocatore, muovendo il dispositivo e sfruttando l’accelerometro, che ormai tutti i tablet e gli smartphone hanno, va a comandare un alieno lungo un fiume e durante il percorso, l’utente, dovrà premere sullo schermo in corrispondenza di pesci o uccelli. Questo esercizio, messo a punto da Adam Gazzaley, neuroscienziato dell’università di San Francisco, mette in moto quello che in neurologia prende il nome di “elaborazione di interferenza”, ovvero una funzione che è tra le prime a venire meno in caso di problemi neurologici. Se il videogame confermasse le aspettative potrebbe rappresentare un innovativo supporto alla diagnosi di Alzheimer in tempi più rapidi rispetto a quelli attuali. Eric Elenko, uno dei fondatori della compagnia, ha spiegato come: “Abbiamo creato un prodotto che sembra un gioco di intrattenimento, ma che in realtà è basato sulla scienza. Il sistema raccoglie dati 30 volte al secondo mentre l’utente gioca e li analizza in tempo reale. Potremmo metterlo direttamente sul mercato, ma preferiamo fare i test e farlo registrare dall’Fda come dispositivo medico”. I primi test sono partiti due mesi fa e per verificare al meglio le funzionalità del videogioco sono stati reclutati pazienti affetti da tempo da malattie neurodegenerative e pazienti in cui la malattia di Alzheimer è stata appena diagnosticata. ”Se riusciamo a dimostrare che i risultati del gioco sono proporzionali alle placche (placche che si formano per accumulo di proteine nel cervello e che originano la malattia nda) – continua Eric Elenko – avremo un metodo di diagnosi economico e preciso”. Spesso criticati perché diseducativi, i videogiochi rappresentano da parecchi anni un tipo di esperienza ludica dal forte impatto emotivo soprattutto fra i giovani. Le nuove frontiere videoludiche potrebbero aprire scenari dove nonni e nipoti saranno alle prese con consolle e joystick per motivi differenti ma uniti nell’esperienza del videogame.
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