È un compleanno pixelato quello che si appresta a festeggiare la LucasArts, casa editrice di videogiochi storici che iniziò la sua fortunata attività proprio nel maggio del 1982. Tecnicamente non c’è più dal 2013 ma nei cuori degli smanettoni continua ad essere una realtà viva e vegeta.
Come si evince dal nome, il suo fondatore è quel George Lucas che il mondo conosce come il papà di Star Wars e che in quel decennio ebbe un sussulto imprenditoriale che gli fruttò grandi fortune.
Fu il primo ad intuire l’importanza del co-marketing cinematografico, e cioè di collegare all’uscita di un film il suo sfruttamento commerciale in diversi settori di intrattenimento, trovando un accordo con l’Atari. Non è certo un caso che in catalogo compaiono videogames intitolati Indiana Jones e Labyrinth, pellicole culto di quel decennio. Il ragionamento è lineare: se avete sognato al cinema, potete continuare a farlo a casa davanti al vostro computer.
Quello che rese la LucasArts una vera e propria icona per i videogiocatori anni ottanta, però, fu l’invenzione di un genere che diede un passo in avanti all’evoluzione dell’intrattenimento digitale. Si tratta dell’avventura grafica, in cui il giocatore non è più solo chiamato all’azione fisica ma anche al ragionamento tra indovinelli da risolvere, trabocchetti da evitare e dialoghi da sostenere.
I cultori di questo mondo hanno scolpito nel marmo il nome di Zak McKracken and the Alien, in quanto primo successo su larga scala di questo tipo di prodotto, ma soprattutto hanno in cima all’Olimpo delle loro divinità il titolo di The Secret of Monkey Island.
È impossibile festeggiare questi trentadue anni di LucasArts senza invitare tutta la ciurma di questa fantastica avventura che fece innamorare dei pirati i nerd di tutto il mondo. La trama è semplice ma divertente. Guybrush Threepwood è un aspirante corsaro che approda a Melee Island con l’intenzione di imparare i trucchi del mestiere. Là scopre che il temibile fantasma LeChuck ha rapito il governatore, che è in realtà una bellissima donna, e che sta al suo coraggio mettere ogni cosa a posto. Tra taverne malfamate, duelli verbali a chi sa insultare meglio e navi decadenti piene di polvere da sparo e topi, la LucasArts portò un’intera generazione a rimanere incollata davanti ai propri computer.
Come detto in apertura d’articolo, il sorriso sulle labbra degli sviluppatori americani si è poi spento nel corso degli anni, con l’avvento delle console e la conquista degli Stati Uniti da parte della Nintendo. L’universo colorato delle creazioni di questa casa di videogiochi stride un po’ col grigiore di un mercato che ha lasciato cadere la fantasia delle avventure grafiche a favore dei cosiddetti sparatutto in stile Doom o degli sportivi calcistici come Pes e Fifa.
Ma ad un compleanno bisogna essere allegri e pensare sempre al futuro. E allora ci consola il fatto che, anche se sotto un’altra egida, Star Wars sta tornando per un nuovo episodio, il settimo, e con la certezza che, nonostante Guybrush Threepwood sia diventato un vecchietto, ci sono molti nipotini del nuovo millennio a cui poter raccontare le sue mirabolanti storie.
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