Le canzoni non appartengono a chi le scrive ma a chi le sente nel cuore. È una verità ben nota a Maria Grazia Fontana che ha riarrangiato “La Storia siamo noi” di Francesco De Gregori in una versione tutta da scoprire. Forte della sua grande esperienza televisiva e di una carriera pluridecennale nella musica, l’artista romana ha provato a dare una nuova vita ad uno dei capolavori più indiscussi del cantautorato nostrano. Ci racconta tutto in questa bella intervista.
Come mai hai sentito l’esigenza di chiederti ora cosa sia la Storia?
Forse per un motivo anagrafico. Sono entrata in una fase della vita in cui mi viene naturale guardare indietro. Non in senso malinconico o nostalgico. Non appartengo all’esercito di chi sostiene che “prima” fosse meglio di “ora”, io sono felice anche del mio presente. Credo, invece, che avessi bisogno soltanto di fare un riassunto dei passi con cui sono arrivata a questo punto del percorso.
De Gregori cantava “Nessuno si senta escluso”. È stata anche un po’ la tua filosofia nel rivisitare questa canzone?
Credo proprio di sì. Ho vissuto la mia giovinezza in una campana di vetro, dieci anni a studiare il pianoforte in un rapporto a due con lo strumento che non includeva nessun altro. Crescendo, poi, ho capito quanto fosse più bello giocare in squadra e condividere e, in fondo, questa canzone parla proprio di questa consapevolezza.
È questa, quindi, la ragione per cui hai coinvolto i S.A.T.&B?
Ovviamente sì ma non solo. È stata una grande sfida con me stessa. Scrivere i cori per una canzone così cantautorale nella melodia non era semplice ed io stessa nutrivo dei dubbi sull’esito. Alla fine, però, m’è bastato sedermi al piano per capire che sarebbe venuta fuori una versione intensa. Il risultato a me piace molto.
E a De Gregori piace?
Non lo so, non l’ha ancora ascoltata. Anche se da molti è dipinto come un burbero e la reazione potrebbe essere non positiva, però, dentro me ho qualcosa che mi spine a confrontarmi con la sua opinione. Forse ho la speranza di strappargli un sorriso.
Il video, che è in calce all’articolo, è stato girato nella chiesa Santi Celso e Giuliano di Roma. Come è avvenuta la scelta della location?
E’ stata una felice intuizione del Collettivo degli Artisti Visuali Embriodotnet. La sua forma circolare era estremamente metaforica e già da sola portava le immagini ad un livello più alto.
Domanda da uomo della strada. Perché l’hai fatto?
Perché questo brano mi ha fulminata. Io vivo di musica ma, prima ancora, amo la musica e quando amo una cosa mi viene naturale metterci qualcosa di mio.
Della tua esperienza televisiva cosa passa nella musica?
La voglia di imparare continuamente. Approcciarsi in questo modo ad uno studio televisivo è molto divertente perché entri continuamente a confronto con mondi che solitamente sono molto lontani da te e questo non può che arricchirti culturalmente.
Cosa ti aspetti dal Sanremo di Carlo Conti?
Che porti alla kermesse quello che è lui come uomo. Ci ho lavorato abbastanza per dire che è una persona del tutto innamorata del proprio lavoro e del tutto onesta da un punto di vista intellettuale. Se queste due doti arriveranno all’Ariston, prevedo un festival molto piacevole.
(Maria Grazia Fontana fotografata da Jurek Kralkowski)