La Via Francigena (strada originata dalla Francia) è un percorso suggestivo che, dall’Europa centrale, portava a Roma. Roma, infatti, era una delle 3 mete di pellegrinaggio principali nel Medioevo, insieme a Gerusalemme e a Santiago de Compostela. La via Francigena era strategica, perché veniva percorsa un po’ da tutti: verso sud dai pellegrini diretti a Roma; ancora verso sud, da quelli diretti a Gerusalemme, che attraverso l’Appia giungevano ai porti pugliesi dove si imbarcavano per la Terra Santa; verso nord, invece, da quelli diretti a Santiago. La via Francigena non aveva un tragitto univoco, ma si componeva di un fascio di strade. Nel X secolo il vescovo Sigerico cristallizzò invece un percorso, da Roma a Canterbury, che poi divenne quello ufficiale, composto di 79 tappe e lungo 2000 Km. Nel tratto italiano la via Francigena attraversa 7 regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Lazio, per un totale di 44 tappe. Nel Lazio ci sono le ultime 8: un bellissimo percorso per ammirare tanti luoghi suggestivi e magari sconosciuti ai più, come si legge sul sito www.francigenalazio.it.

Tappa 37. Da Acquapendente a Bolsena. Un percorso di circa 22 chilometri che inizia dalla Chiesa del Santo Sepolcro (la cui splendida cripta ricostruisce l’omonima chiesa in Terra Santa) e giunge alla Basilica di Santa Cristina. A San Lorenzo Nuovo si può ammirare un bel panorama sul lago di Bolsena. Lo scenario che si incontra nel tragitto è un saliscendi tra uliveti, prati e boschi. (Punti di ristoro e acqua solo a San Lorenzo Nuovo).

Tappa 38. Da Bolsena a Montefiascone. Un percorso di 17,7 chilometri dalla Basilica di Santa Cristina alla Rocca dei Papi, attraverso uliveti e macchie di boscaglia, dove si percorrono anche alcuni tratti in basolato dell’antica via Cassia. (Possibilità di rifornimento acqua solo nella prima parte del percorso).

Tappa 39. Da Montefiascone a Viterbo. Un percorso di 17,8 chilometri dalla Rocca dei Papi a piazza del Plebiscito. Il primo tratto è sull’antico basolato della via Cassia, ancora in ottime condizioni. Il paesaggio che si presenta è collinare e suggestivo. Scesi in pianura ci si può rilassare alle terme del Bagnaccio, pozze di acqua calda anche in passato frequentate dai pellegrini. A Viterbo, da non perdere la visita del centro storico e del quartiere di San Pellegrino. (Acqua scarsa, punti di ristoro assenti lungo il percorso).

Tappa 40. Da Viterbo a Vetralla. Un percorso di 18,3 chilometri da piazza del Plebiscito al Duomo di Vetralla. Alle porte di Viterbo, con una piccola deviazione si potranno visitare i ruderi di Ponte Camillario. A poca distanza si trova una tomba etrusca sotterranea, da visitare a patto di avere con sé una torcia elettrica. (Totale mancanza di acqua e punti di ristoro lungo il percorso).

Tappa 41. Da Vetralla a Sutri. Un percorso di 23,9 chilometri dal Duomo di Vetralla all’Anfiteatro romano di Sutri. Dopo Vetralla, si percorre un bellissimo tratto in una foresta, prima di arrivare alla chiesetta della Madonna di Loreto. Da qui si prosegue verso il borgo di Capranica e verso Sutri, con il suo Anfiteatro scavato nel tufo, il Mitreo e il bel centro storico. (Acqua e punti di ristoro solo a Capranica).

Tappa 42. Da Sutri a Campagnano. Un percorso di 27,1 chilometri dall’Anfiteatro romano di Sutri alla Chiesa del Gonfalone. Attraverso le campagne si arriva nei pressi di Monterosi, poi alle cascate di Monte Gelato, un’area parco dove si può fare il bagno. Si entra quindi nel Parco di Veio e si arriva a Campagnano. (Punti di ristoro e acqua a Monterosi e alle Cascate di Monte Gelato).

Tappa 43. Da Campagnano a La Storta. Un percorso di 24,4 chilometri dalla Chiesa del Gonfalone alla Chiesa Parrocchiale. Attraverso le campagne e il Parco di Veio, si passa accanto alla chiesa della Madonna del Sorbo. Dalla bella Valle del Sorbo si sale verso il centro storico di Formello. Si affronta quindi un lungo tratto panoramico fino al guado del torrente Valchetta (da affrontare con prudenza e nelle stagioni di magra, da evitare accuratamente in caso di piena e forti piogge) e a La Storta. Da Formello a Cesano si può prendere l’autobus e da qui raggiungere in treno La Storta, se si vogliono evitare le strade asfaltate pericolose. (Punti di ristoro e acqua solo fuori dal percorso: a Formello e Isola Farnese).

Tappa 44. Da La Storta a Roma. Un percorso di 17,2 chilometri dalla Chiesa Parrocchiale alla Basilica di San Pietro. L’ultima tappa comporta l’attraversamento della periferia di Roma, dunque si è costretti a camminare lungo strade molto trafficate. Attraverso via Trionfale si giunge al belvedere di Monte Mario, poi si giunge a San Pietro. (Punti di ristoro e fontane frequenti lungo tutto il percorso).