La storia si ripete anche quando assume i contorni della tragedia e così Molfetta torna ad essere teatro di una rappresentazione drammatica che vede due poveri operai nel ruolo delle vittime che soccombono al cospetto di un destino beffardo e indifferente. Un padre ed un figlio muoiono all’interno di una cisterna utilizzata per raccogliere liquami, nel tentativo disperato di soccorrere una terza persona, figlio e fratello delle vittime. Nicola Rizzi, di 50 anni, e suo figlio Vincenzo, di 28, hanno sacrificato la loro vita per salvare quella di Alessio, 21 anni, che è sopravvissuto ed è ora ricoverato a Corato in prognosi riservata.
“Con mio padre e mio fratello dovevo pulire la cisterna interrata – ha raccontato Alessio – Ho sollevato il coperchio del tombino che, credo di ricordare, mi è caduto nel pozzo. Ricordo solo di aver tentato di recuperarlo e di aver battuto la testa contro qualcosa”. Stando alla testimonianza del sopravvissuto emerge con chiarezza che dopo la sua caduta gli sono andati dietro sia il padre che il fratello ed entrambi, nell’estremo tentativo di salvarlo, sono morti per annegamento.
“Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la notizia del tragico incidente sul lavoro in cui hanno perso la vita, a Molfetta, Nicola Rizzi e suo figlio Vincenzo, esprime commossa partecipazione al dolore della famiglia”. Lo comunica una nota del Quirinale. “Il Capo dello Stato – si legge ancora – di fronte al ripetersi di incidenti mortali in situazioni analoghe, rinnova l’appello a che vengano adottate, in ogni circostanza e con il massimo scrupolo, tutte le misure di sicurezza a tutela della vita dei lavoratori impegnati in tali rischiose operazioni di manutenzione”.
Alessio Moriggi