Era la settimana prima del derby. L’allenatore della Lazio, Edoardo Reja, ai microfoni di Raisport se ne uscì con una battuta decisamente infelice: “La Roma? Sono forti. Speriamo che in questa settimana si possa infortunare qualcuno…”
Passò qualche ora, iniziarono a divampare su internet feroci polemiche, e in serata il tecnico goriziano si scusò ufficialmente, confermando comunque che la sua era esclusivamente la battuta di un tecnico entrato già in clima da stracittadina.
Giorni dopo, Rudi Garcia, riaprì la questione: “Le parole di Reja? L’allenatore della Lazio dovrebbe ricordarsi che noi siamo per prima cosa educatori…”
Ecco, adesso, le dichiarazioni del tecnico francese, mi tornano in mente. Mentre la Roma è pronta a fare ricorso per la squalifica di Destro, fermato 3 turni dal giudice sportivo, cosa dice l’ex allenatore del Lilla?
E’ più grave la battuta (infelice) di un tecnico o il comportamento di un calciatore che prima rifila un ceffone ad un avversario e poi simula di essere stato colpito da una gomitata e non dice nulla davanti all’ammonizione che l’arbitro, erroneamente, ha comminato al difensore del Cagliari?
Caro Rudi Garcia, in simpatia: se lei si considera davvero un educatore, si ricordi di esserlo sempre. E si ricordi, soprattutto, che il primo valore, quello meno trattabile, quello più importante, è la coerenza.
Roberto Arduini