Dopo il primo giorno del summit di Cancun vengono ridimensionate le aspettative che, già lo scorso anno, avevano animato l’incontro di Copenaghen, senza però raggiungere alcun accordo. Si passa dalla definizione di un documento vincolante al più modesto obiettivo di 5 mini-accordi.
“La lezione più importante che abbiamo avuto da Copenaghen é che non c’é un accordo miracoloso che può risolvere il problema del cambiamento climatico”, ha detto il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima (Unfccc), Christiana Figueres.

Forte è l’intenzione di aiutare i paesi più vulnerabili a far fronte ai cambiamenti climatici in atto, attraverso lo stanziamento di fondi, a partire dal progetto “Fast Start”, promosso dall’Ue per il biennio 2010-2012, in cui si promette di raggiungere i 2.4 miliardi di euro, ai quali però, attualmente, mancano i 200 milioni dell’Italia.

Sebbene quindi si abbassino le aspettative dell’incontro, l’Aea, Agenzia europea per l’ambiente, lancia un monito preoccupante: sono raddoppiate le ondate di caldo ed il numero di giorni torridi è triplicato. Il ghiaccio artico si è drasticamente ridotto di dieci punti percentuali per decennio dal 1979. Si stima che i morti per caldo raddoppieranno entro la fine del secolo e che l’acqua diventerà il nuovo oro. Non si nega tuttavia che la riduzione delle emissioni di gas serra comporterà ingenti costi per gli Stati, ma sarà sempre meno del conto della desertificazione.

Tra le altre proposte anche quella di attivare un meccanismo per la cooperazione tecnologica, consentendo anche agli Stati più poveri di accedere alle energie rinnovabili. In questo senso risulta indispensabile un trasferimento di know how fra nord e sud del mondo. Si vuole aumentare la così detta “capacity building” e cioè la capacità di gestire il fenomeno tramite le istituzioni.

L’Europarlamento, dal canto suo, si fa carico delle proprie responsabilità sugli attuali livello di inquinamento, e propone di portare il target della riduzione delle emissioni, fissato per il 2020, dal 20 al 30%. Tra le proposte anche quella di varare provvedimenti più severi contro la deforestazione, con l’adesione al programma internazionale Redd+,  e rinnovare l’interesse di partecipare alla fase due di Kyoto.
“L’Ue ha anche bisogno di rispettare le promesse dei finanziamenti Fast start per guadagnarsi la fiducia dei paesi in via di sviluppo – afferma Joe Leinen, eurodeputato tedesco a capo della delegazione di parlamentari europei a Cancun.
“l’Ue – ha precisato il commissario europeo per il clima,  Connie Hedegaard – deve rimanere ferma sui suoi impegni e sollecitare altri paesi ad aumentare il loro livello di ambizioni. Il periodo post 2012 é fondamentale per l’integrità ambientale e il futuro regime dei cambiamenti climatici”.

MG Gargani