I tifosi della Lazio si erano sentiti traditi e offesi nel non trovarlo lunedì sera sotto la curva Nord, sottolineandolo in maniera pesante anche su forum, social network e nelle radio («si deve vergognare, prendesse esempio dai ragazzini», il commento medio). Così ieri, al posto degli autografi o delle foto, quando Hernanes ha abbassato il finestrino fuori il cancello di Formello, è scattato il confronto. Veloce, con toni moderati, ma deciso: «Perché sei andato negli spogliatoi senza venire sotto la curva come i tuoi compagni?». Hernanes se l’è cavata, a parole: «Non volevo mancarvi di rispetto, non mi sono reso conto della cosa, se non quando ero dentro gli spogliatoi». I tifosi non hanno fermato l’altro «disertore», Michael Ciani, forse per non infierire, o forse hanno scelto il Profeta perché Hernanes è considerato un leader della squadra, che invece di trascinare la Lazio fuori dai problemi, è stato uno dei primi a farsi trascinare dentro la crisi.

Cifra tonda
Lotito, alla Lazio e a Petkovic, ha dato i venti giorni, decisivi pure per Hernanes, che si gioca il futuro: intanto, domenica a Torino, toccherà le 150 presenze in A, e chissà se non sia l’ultima cifra tonda. Per arrivare a 200, il contratto in scadenza nel 2015 dovrà rinnovarlo e trovare un accordo che ancora non è stato mai discusso. Piuttosto, si è discusso delle offerte arrivate a Hernanes (tra cui quella dell’Atletico Madrid), che si muoverebbe anche a gennaio: l’ultima parola spetta a Lotito, ma al momento ci sono altre priorità.

Appello
Ieri, però, a Formello si sono abbassati anche altri finestrini, come quelli di Lulic (difesa a parte, il peggiore di Lazio-Napoli), Cana e Radu, che non si è allenato con il gruppo ma non sembra a rischio per Torino: «Lo so, dobbiamo ripartire già da domenica», hanno assicurato il bosniaco e il romeno, mentre all’albanese è stato chiesto di caricare la squadra: «Non devo caricare nessuno, sappiamo tutti quanto vale la partita di Torino». Tregua armata.

Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT