Luigi Bisignani è una delle figure più enigmatiche e influenti della storia recente italiana, spesso definito “faccendiere”, “manager del potere nascosto” e, secondo Silvio Berlusconi, addirittura “l’uomo più potente d’Italia”.
La sua vita si intreccia con la politica, la finanza, il giornalismo e numerose inchieste giudiziarie, rendendolo un personaggio chiave – e controverso – nei retroscena del potere italiano.
Luigi Bisignani nasce a Milano il 18 ottobre 1953. Figlio di Renato, manager della Pirelli, e di Vincenzina Carpano, trascorre i primi dieci anni della sua vita in Argentina, dove il padre dirigeva le attività della Pirelli in Sudamerica. Dopo la morte prematura del padre, avvenuta quando Luigi ha solo sedici anni, la famiglia rientra in Italia. Qui, Bisignani si laurea in Economia e inizia a costruire una rete di relazioni che saranno determinanti per la sua carriera.
Luigi Bisignani è sposato e padre di quattro figli. Uno dei suoi figli, Renato Bisignani, ha seguito una carriera di successo nella comunicazione sportiva, diventando responsabile della comunicazione delle attività sportive della Ferrari, dopo esperienze nel team Renault di Formula 1 e una laurea alla Bocconi di Milano.
La famiglia Bisignani, pur mantenendo una certa riservatezza, è spesso citata nei resoconti giornalistici per le connessioni e i ruoli di rilievo ricoperti dai suoi membri.
Dopo la laurea, Bisignani si trasferisce a Roma e a soli vent’anni inizia a lavorare come giornalista all’agenzia ANSA. La sua carriera decolla rapidamente: a 23 anni, su segnalazione di Licio Gelli, diventa capo ufficio stampa del Ministro del Tesoro Gaetano Stammati nei governi presieduti da Giulio Andreotti tra il 1976 e il 1979. Parallelamente, collabora con testate come Panorama, l’Espresso e Tempo Illustrato.
Nel 1981, il nome di Bisignani compare negli elenchi della loggia massonica P2, con la tessera 1689. All’epoca, Bisignani si occupava proprio di massoneria come cronista all’ANSA e fu lui stesso a dettare la notizia della scoperta degli elenchi all’agenzia.
Ha sempre smentito l’appartenenza a qualsiasi loggia, sostenendo che la sua presenza fosse legata solo a contatti professionali. Tuttavia, questa vicenda segna per sempre la sua immagine pubblica, alimentando un’aura di mistero e sospetto intorno alla sua figura.
Negli anni successivi, Bisignani si sposta nel mondo delle grandi aziende: nel 1989 viene distaccato dall’ANSA al comitato organizzatore di Italia ’90, guidato da Luca Cordero di Montezemolo. Nel 1992 entra nel gruppo Ferruzzi-Montedison come responsabile delle relazioni istituzionali, ruolo che lo porta a occuparsi anche di editoria e comunicazione per aziende come Il Messaggero e Telemontecarlo.
La sua attività lo vede spesso al centro di snodi cruciali della politica e della finanza italiana. Nel 1998 viene condannato a due anni e sei mesi per il caso Enimont, una delle più grandi inchieste di Tangentopoli. Nel 2000 viene radiato dall’Ordine dei Giornalisti, provvedimento confermato nel 2002.
Bisignani è stato coinvolto anche nell’inchiesta P4, per la quale ha patteggiato una condanna a 19 mesi. Nonostante le vicende giudiziarie, ha continuato a esercitare un ruolo di primo piano come consulente e autore di libri di successo, tra cui due spy-story e, più recentemente, “I potenti al tempo di Giorgia”, scritto con Paolo Madron.
Oggi Luigi Bisignani è presidente di una società di consulenza, la Four Consulting. Nonostante i cambiamenti di governi e scenari politici, la sua capacità di tessere relazioni e influenzare decisioni rimane intatta. La sua storia personale e professionale, fatta di ombre e luci, lo rende un simbolo del potere trasversale e spesso invisibile che attraversa la storia della Repubblica italiana.