Cosa lega l’aumento dell’età pensionabile prevista dal 1° gennaio 2027 alla pensione di vecchiaia? Non solo l’aumento dei requisiti, ma anche la difficoltà nel lasciare il lavoro sempre più tardi. Il governo Meloni lo sa molto bene, visto e considerato che per ridurre lo scalone, la pensione ordinaria e quella anticipata hanno già visto aumentare i requisiti di alcune misure. Con la legge di Bilancio 2024, l’Ape sociale è stata pesata di 5 mesi in più rispetto ai 63 anni netti. La rimodulazione dell’adeguamento dell’età, che avverrà in avanti di tre mesi in base all’aspettativa di vita, potrebbe creare degli squilibri tra i lavoratori, minando l’esistenza anche di chi oggi riesce ad andare in pensione di vecchiaia prima dei 67 anni di età. Parte di questa tesi ruota sull’accesso agevolato alla pensione per i lavoratori usuranti e gravosi, che non potrebbero più uscire a 66 anni e 10 mesi, ma dovrebbero invece attendere 67 anni e 3 mesi, se non oltre.
Sia le parti sociali che il governo Meloni dovranno trattare a breve l’aumento dell’età pensionabile per la pensione di vecchiaia, che passerà nel 2027 a 67 anni e 3 mesi.
Aumentando ulteriormente il tetto dei requisiti per l’accesso alla pensione, alcune categorie di lavoratori potranno ancora accedere alla pensione di vecchiaia prima dei 67 anni e 3 mesi. In molti si chiedono quali saranno le conseguenze per i lavoratori usuranti e gravosi, cosa cambierà per chi ha meno di 30 anni di versamenti contributivi e quale opzione anticipata potrà essere sfruttata.
Attualmente, la pensione di vecchiaia viene riconosciuta ai lavoratori che maturano 20 anni di contributi all’età di 67 anni. In alternativa, chi non perfeziona il requisito contributivo ma vanta almeno 5 anni di versamenti effettivi può andare in pensione a 71 anni di età.
I lavoratori usuranti e gravosi possono accedere alla pensione al compimento di 66 anni e 10 mesi, a condizione che abbiano svolto attività usurante per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro o per parte della carriera lavorativa. I lavoratori usuranti con 30 anni di contributi, in base alla categoria, possono ritirarsi dal lavoro a 66 anni e 7 mesi.
Secondo quanto disposto dall’INPS, possono accedere alla pensione di vecchiaia anticipata i lavoratori che rientrano in determinate attività usuranti e gravose che, secondo la legge, riguardano mansioni che causano un precoce invecchiamento, oltre a danni alla salute. In particolare, possono accedere alla pensione anticipata coloro che risultano impiegati in una delle seguenti mansioni:
Queste mansioni riguardano, ad esempio, i lavoratori impiegati in:
A partire dal 1° gennaio 2027, l’età pensionabile per l’accesso alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata ordinaria subirà un adeguamento in base alla prospettiva di vita. In particolare, per la pensione di vecchiaia è previsto un aumento di 3 mesi, che porterà l’accesso al trattamento a 67 anni e 3 mesi. Per la pensione anticipata ordinaria, si parla invece di 43 anni o 42 anni e 1 mese (distinto per uomini e donne), senza il vincolo anagrafico.