Camillo Langone è una delle figure più controverse e riconoscibili del panorama giornalistico e letterario italiano contemporaneo. Opinionista, scrittore, critico d’arte e di liturgia, Langone si è costruito una reputazione da “penna dissidente”, capace di dividere il pubblico con le sue posizioni fortemente conservatrici e la sua scrittura tagliente. Ma chi è davvero Camillo Langone? Ecco un ritratto che ne ripercorre età, origini, vita privata e carriera.
Camillo Langone nasce a Parma il 18 agosto 1962, anche se alcune fonti riportano Potenza come luogo di nascita, dettaglio che lui stesso ha ironicamente relativizzato, affermando che “che sia nato a Parma o a Potenza non significa più niente”. La sua famiglia ha radici nel Sud Italia: il padre è originario di Potenza, la madre di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, con ascendenze abruzzesi.
L’infanzia e la giovinezza di Langone sono segnate da numerosi traslochi in tutta Italia, dovuti al lavoro del padre militare. Ha abitato, oltre che a Parma, anche a Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia e Trani.
Langone è estremamente riservato sulla propria vita privata. In rare interviste, interrogato sulla famiglia, risponde spesso con citazioni letterarie, come quella di Francesco Bacone: “Chi ha moglie e figli ha dato ostaggi alla fortuna; perché essi sono impedimenti alle grandi imprese”.
Nonostante questa reticenza, si sa che non è sposato e non ha figli, almeno secondo le informazioni pubbliche più recenti. Langone stesso ha riflettuto più volte sul rapporto tra arte, scrittura e famiglia, sostenendo che “un artista deve mettere l’arte al primo posto” e che la famiglia, per chi vuole dedicarsi completamente alla creazione, può essere un ostacolo.
Langone si diploma in agraria, titolo che lui stesso definisce “striminzito” e ottenuto quasi per caso, preferendo sottolineare la sua passione per la cultura, la letteratura e soprattutto per il vino e la religione. Nonostante il percorso di studi non convenzionale rispetto agli ambienti intellettuali che frequenta, Langone si è affermato come una delle voci più originali e riconoscibili del giornalismo italiano.
Langone inizia la sua carriera collaborando con la Gazzetta di Reggio, per poi approdare a testate nazionali come Il Foglio, Libero, Il Giornale, La Gazzetta del Mezzogiorno e Panorama. Sul Foglio cura la celebre rubrica “Preghiera”, in cui ogni giorno propone una riflessione religiosa, spesso provocatoria, che gli ha portato numerose polemiche e anche querele. Sempre sulle pagine del Foglio ha inventato la figura del “critico liturgico”, recensendo circa 200 messe e raccogliendo le sue recensioni nel volume Guida alle messe (Mondadori, 2009).
Langone ha pubblicato numerosi libri, spaziando dalla narrativa alla saggistica, dalla critica d’arte alla cultura del cibo e del vino. Tra i suoi titoli più noti: Eccellenti pittori (Marsilio), Pensieri del lambrusco, Bengodi. I piaceri dell’autarchia, La vera religione spiegata alle ragazze, Il collezionista di città e il recente romanzo La ragazza immortale (La nave di Teseo, 2023). È anche curatore di mostre d’arte e ideatore del Premio “Eccellenti Pittori - Brazzale”, che ogni anno coinvolge personalità di spicco della cultura italiana.
Langone è noto per le sue posizioni conservatrici, spesso espresse con toni polemici e provocatori. Si definisce “cattolico integralista” e “oraziano”, dichiarando tra i suoi libri fondamentali l’Ecclesiaste e le Satire di Orazio, e considera Alberto Arbasino suo maestro di stile. Ha preso posizione contro il femminismo, l’ideologia gender, i vegetariani, i diritti LGBT, le misure anti-Covid e l’evoluzionismo darwiniano, sostenendo una lettura letterale della Genesi. Alcuni suoi articoli, come quello in cui suggeriva che “togliere i libri alle donne” avrebbe aumentato la natalità, hanno suscitato forti reazioni e proteste da parte di associazioni e opinione pubblica.
Langone non ha risparmiato critiche neppure a Papa Francesco, accusato di essere “blasfemo” e “insensibile alla bellezza”, e ha difeso posizioni come la riapertura delle case chiuse e la legalizzazione della cannabis come “male minore”.