28 Apr, 2025 - 11:00

Quanto tempo ci vuole e come si fa a diventare santi

Quanto tempo ci vuole e come si fa a diventare santi

Dopo la morte di Papa Francesco, molti si stanno chiedendo quanto tempo ci vuole per diventare santi e cosa serve.

La Chiesa cattolica segue un percorso preciso, chiamato canonizzazione, che richiede prove di virtù eccezionali e spesso anche miracoli attribuiti all'intercessione del candidato.

Ma quanto dura questo cammino? E quali sono, nel concreto, i passaggi che portano una persona comune a essere riconosciuta ufficialmente come santa? Scopriamo i dettagli nell'articolo.

Quanto tempo ci vuole per diventare santi

Ovviamente non c'è una tempistica univoca. A volte, anche se accade raramente, il processo può essere sorprendentemente veloce.

Per figure molto famose come San Giovanni Paolo II, che aveva già un'enorme devozione e per cui sono stati riconosciuti miracoli in tempi brevi, tutto può concludersi anche in meno di 10-15 anni dalla morte. Ma, appunto, queste sono eccezioni.

Molto più spesso, invece, ci vogliono diverse decine di anni, se non addirittura più di un secolo per diventare santi. Questa è la normalità per la maggior parte delle cause.

Chi sono i santi secondo la Chiesa Cattolica?

Quando sentiamo parlare di "Santi" nella Chiesa Cattolica, ci riferiamo a persone la cui vita è stata riconosciuta ufficialmente come un modello eccezionale di fede cristiana.

Ma come avviene questo riconoscimento? Non basta la devozione popolare; esiste un processo formale, chiamato Causa di Beatificazione e Canonizzazione, che segue regole precise per garantire serietà e certezza.

Come si diventa santi?

Il punto di partenza è sempre la cosiddetta "fama di santità". Significa che, già durante la sua vita, al momento della morte e anche dopo, la persona in questione era considerata da molti fedeli come particolarmente santa, virtuosa, forse un martire o qualcuno che ha offerto eroicamente la propria vita per gli altri.

La gente che l'ha conosciuta ne parla come un esempio, ricorda il suo impatto positivo e la sua morte edificante. Questa reputazione deve essere solida e duratura.

Fase 1: l'Indagine locale (Diocesana) 

Se questa fama di santità è diffusa e persistente, dopo almeno cinque anni dalla morte della persona (un tempo stabilito per permettere alle emozioni di sedimentarsi e verificare la solidità della fama), il Vescovo della diocesi dove è morta può decidere di aprire ufficialmente la causa. Da questo momento, il candidato viene chiamato Servo di Dio.

Viene nominato un Postulatore, una sorta di "promotore" della causa, che ha il compito di raccogliere tutte le prove possibili sulla vita, le virtù o il martirio del Servo di Dio. Si seguono due strade principali:

Testimonianze: si ascoltano persone che hanno conosciuto direttamente il Servo di Dio e possono raccontare fatti concreti.

Documenti: si raccolgono tutti gli scritti del Servo di Dio e documenti storici che lo riguardano.

Il Vescovo istituisce un tribunale diocesano apposito (con un suo Delegato, un Promotore di Giustizia che verifica la regolarità, e un Notaio) e una Commissione storica per analizzare i documenti. Due teologi, inoltre, esaminano gli scritti per assicurarsi che non contengano nulla contro la fede o la morale cattolica. Una volta raccolto tutto, il materiale viene sigillato e inviato a Roma.

Fase 2: l'esame a Roma 

Qui entra in gioco il Dicastero delle Cause dei Santi (l'ufficio vaticano competente). Un Relatore nominato dal Dicastero guida il Postulatore nella preparazione della Positio, un volume che riassume tutte le prove raccolte.

La Positio viene studiata attentamente da un gruppo di teologi.

Se la causa è molto antica ("storica"), anche da una commissione di Storici.

Se il parere di questi esperti è favorevole (serve una maggioranza qualificata), il dossier passa all'esame dei Cardinali e Vescovi membri del Dicastero. Se anche loro danno un giudizio positivo, il Papa può autorizzare la pubblicazione di un decreto che riconosce:

  • L'eroicità delle virtù: si dichiara che il Servo di Dio ha vissuto le virtù cristiane (fede, speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, umiltà, ecc.) a un livello eccezionale, "eroico".
  • Il martirio: si attesta che è stato ucciso in odio alla fede.
  • L'offerta della vita: un percorso introdotto nel 2017, per chi ha offerto volontariamente la propria vita per gli altri per un atto supremo di carità, morendo a causa di ciò.

Con questo decreto, il Servo di Dio diventa Venerabile.

Fase 3: la beatificazione

Per diventare Beato, il percorso si differenzia:

Se il Venerabile è stato dichiarato martire, la beatificazione può avvenire senza ulteriori requisiti, perché il martirio è considerato la suprema testimonianza di fede.

Se invece è un "confessore" (ha vissuto virtù eroiche) o ha "offerto la vita", è necessario il riconoscimento di un miracolo avvenuto per sua intercessione dopo la sua morte.

Generalmente, il miracolo richiesto è una guarigione scientificamente inspiegabile. Una commissione medica (con specialisti credenti e non) esamina il caso per confermare che la guarigione sia stata completa, duratura e non attribuibile a cure mediche.

Se i medici danno parere positivo, il miracolo viene valutato dai Teologi e poi dai Cardinali e Vescovi del Dicastero. Se tutti concordano, il Papa approva il decreto sul miracolo.

A questo punto, il Venerabile può essere beatificato. La cerimonia di Beatificazione permette il culto pubblico del Beato, ma limitato solitamente alla sua diocesi o alla sua famiglia religiosa.

Fase 4: la canonizzazione

L'ultimo passo è la canonizzazione, che iscrive la persona nel catalogo dei Santi riconosciuti da tutta la Chiesa universale. Per questo, è necessario un secondo miracolo, attribuito all'intercessione del Beato e avvenuto dopo la sua beatificazione. L'iter di verifica è identico a quello del primo miracolo.

Una volta approvato anche il secondo miracolo, il Papa può procedere con la cerimonia di Canonizzazione, dichiarando ufficialmente la persona Santa.

Le procedure speciali

Canonizzazione equipollente: il Papa può approvare un culto esistente da tempo immemorabile, senza richiedere formalmente un miracolo specifico.

Decisioni papali straordinarie: il Papa può dispensare da alcune norme, come ha fatto Benedetto XVI aprendo la causa di San Giovanni Paolo II poco dopo la morte (senza attendere 5 anni) o Papa Francesco canonizzando San Giovanni XXIII riconoscendo la sua vasta fama di santità senza un secondo miracolo formale.

In conclusione possiamo affermare che il percorso verso la santità ufficiale è lungo e meticoloso, pensato per assicurare che solo coloro la cui vita ha offerto una testimonianza veramente eccezionale di fede e virtù siano proposti alla venerazione di tutta la Chiesa.

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