26 Apr, 2025 - 17:21

Patrimonio di Papa Francesco: 90 euro sul conto, ha donato tutti i soldi agli ultimi

Patrimonio di Papa Francesco: 90 euro sul conto, ha donato tutti i soldi agli ultimi

La figura di Papa Francesco resterà nella storia non solo per le sue riforme e il suo impegno verso una Chiesa più vicina ai poveri, ma anche per la coerenza radicale con cui ha vissuto la povertà evangelica.

 Fino agli ultimi giorni della sua vita, Jorge Mario Bergoglio ha incarnato il messaggio di Francesco d’Assisi, scegliendo la sobrietà personale e donando tutto ciò che aveva agli ultimi, in particolare ai detenuti e agli emarginati.

Papa Francesco, un pontificato all’insegna della sobrietà

Divenuto Papa nel 2013, Bergoglio ha subito segnato un cambio di passo rispetto ai suoi predecessori: ha rinunciato all’appartamento papale nel Palazzo Apostolico per vivere nella residenza di Santa Marta, ha scelto abiti semplici e ha rifiutato ogni privilegio non necessario.

Anche dal punto di vista economico, Papa Francesco ha sempre mantenuto una posizione di distacco dagli sfarzi e dal denaro. Aveva diritto a uno stipendio di circa 340 mila euro all’anno, ma non ha mai voluto percepirlo, affermando più volte che “di quei soldi non me ne faccio niente”.

Tutte le sue spese personali – vitto, alloggio, trasporti, assistenza sanitaria e sicurezza – erano coperte dalla Santa Sede, permettendogli così di rinunciare a qualsiasi compenso personale. Anche i proventi derivanti dai suoi libri o da altre attività sono stati devoluti a cause benefiche.

Il patrimonio personale di Papa Francesco

Al momento della sua morte, avvenuta il 21 aprile 2025, il patrimonio personale di Papa Francesco era praticamente inesistente: secondo quanto riportato da fonti attendibili, sul suo conto personale erano rimasti appena 90 euro, la cifra minima necessaria per tenere aperto il conto bancario.

Questa scelta non è casuale, ma rappresenta la sintesi di una vita spesa per gli altri. Prima di morire, infatti, il Pontefice ha compiuto un ultimo gesto di grande generosità: ha donato 200.000 euro, tutto ciò che gli restava, al pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma.

Il destinatario di questa donazione, monsignor Benoni Ambarus, responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma, ha raccontato che, quando gli ha spiegato la necessità di estinguere il mutuo del pastificio per poter abbassare il prezzo della pasta e assumere altri ragazzi, Papa Francesco ha risposto: “Ho finito quasi tutti i soldi ma ho qualcosa ancora sul mio conto” e ha effettuato il bonifico. Un gesto che ha commosso profondamente i detenuti e tutti coloro che hanno conosciuto la sua attenzione verso gli ultimi.

La destinazione universale dei beni della Chiesa

È importante distinguere tra il patrimonio personale del Papa e quello della Chiesa Cattolica. Papa Francesco, attraverso un Motu Proprio, ha ribadito che tutti i beni – mobili, immobili, titoli e disponibilità liquide – delle istituzioni curiali e degli enti collegati alla Santa Sede sono beni pubblici ecclesiastici, appartenenti al patrimonio unitario e sovrano della Santa Sede, non frazionabili né di proprietà privata di alcun ente o persona.

Gli enti e le istituzioni sono amministratori, non proprietari, e devono gestire questi beni per il bene comune della Chiesa e a servizio della Chiesa universale.

La Chiesa, nel suo insieme, possiede un patrimonio stimato in oltre 2.000 miliardi di euro, comprendente immobili, opere d’arte, scuole, ospedali e altre strutture in tutto il mondo. Tuttavia, il Papa non ha accesso diretto a queste ricchezze, che sono vincolate a fini istituzionali e caritativi.

Un’eredità di povertà e dono

La scelta di Papa Francesco di vivere senza accumulare ricchezze personali e di donare tutto ciò che aveva agli ultimi rappresenta una testimonianza potente e rara, soprattutto in un’epoca in cui il denaro e il potere spesso dominano le cronache.

La sua ultima donazione ai detenuti è solo l’ultimo atto di una lunga serie di gesti concreti a favore degli emarginati, dei poveri, dei migranti e dei carcerati, categorie che ha sempre definito “i suoi figli prediletti”.

Il ricordo di Papa Francesco resterà legato non solo alle sue parole, ma soprattutto ai suoi atti: un uomo che, giunto alla fine della vita, non aveva più nulla da donare se non la sua testimonianza di amore per gli ultimi. Un esempio che continuerà a parlare al cuore della Chiesa e del mondo.

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