Stipulare un mutuo per la prima casa è il primo grande passo verso l’indipendenza abitativa e la costruzione di un futuro solido. Acquistare la propria abitazione principale rappresenta un traguardo importante, ma richiede anche un impegno economico considerevole.
Per sostenere i cittadini in questa scelta, la normativa fiscale italiana offre un’opportunità concreta: detrarre una parte degli interessi passivi pagati ogni anno sul mutuo nella dichiarazione dei redditi, con un risparmio che può toccare i 760 euro.
La detrazione può essere richiesta sia attraverso il Modello 730, ideale per lavoratori dipendenti e pensionati che desiderano rimborsi rapidi in busta paga, sia tramite il Modello Redditi Persone Fisiche, destinato a chi ha redditi più complessi, come lavoratori autonomi o proprietari di immobili all’estero.
Ma come funziona esattamente questa agevolazione? Chi può richiederla, quali requisiti occorre possede e cosa succede in caso di mutuo cointestato? Scopriamolo insieme.
Non tutti i finanziamenti danno diritto alla detrazione fiscale. Solo specifici mutui si possono portare in dichiarazione dei redditi per ridurre l’IRPEF.
La legge prevede che siano detraibili i mutui ipotecari stipulati per l’acquisto dell’abitazione principale, ma anche quelli finalizzati alla costruzione o alla ristrutturazione della prima casa.
Chi ha acceso un mutuo per costruire l'abitazione principale può beneficiare della detrazione, a condizione che i lavori vengano ultimati entro tempi ragionevoli e che la casa venga adibita a dimora abituale entro sei mesi dalla fine dei lavori.
Lo stesso discorso vale per i mutui destinati alla ristrutturazione: l’intervento deve essere mirato al recupero di un immobile ad uso abitativo.
Vantaggio fiscale che viene meno in presenza di un prestito personale, anche se destinato all’acquisto di una casa, o quando si contrae un mutuo per una seconda abitazione.
Non basta aver acceso un mutuo. Per poter beneficiare della detrazione è necessario rispettare alcune condizioni ben precise.
Il mutuo deve essere destinato esclusivamente all'acquisto dell'abitazione principale. Inoltre, l’acquisto dell’immobile deve avvenire entro 12 mesi dalla stipula del mutuo, mentre la casa deve diventare la dimora abituale entro un anno dall'acquisto.
Ma c'è di più, la garanzia del mutuo deve essere un'ipoteca e il finanziamento deve essere stipulato con un soggetto residente in Italia o in un altro Paese dell’Unione Europea.
Un altro elemento fondamentale riguarda l’intestazione: l' intestatario del mutuo e dell'immobile devono coincidere.
Esiste poi un’ulteriore possibilità. Anche se non si risiede nell’immobile, si può comunque usufruire della detrazione se la casa viene abitata da un familiare stretto, come il coniuge, i figli o i genitori, a patto che venga mantenuto il carattere di dimora abituale.
Il limite previsto dalla legge è di 4.000 euro di interessi passivi annui. La detrazione IRPEF riconosciuta è pari al 19% di tale importo.
In pratica, se nel corso del 2024 sono stati pagati interessi passivi pari a 3.500 euro, la detrazione sarà pari a 665 euro. Se invece l’importo degli interessi dovesse superare i 4.000 euro, ad esempio raggiungendo 4.800 euro, il beneficio fiscale si fermerebbe comunque a 760 euro, il 19% del tetto massimo consentito.
Se il mutuo è cointestato, ciascun intestatario potrà beneficiare della detrazione in base alla propria quota di proprietà, con un limite individuale di 380 euro all’anno.
Ma cosa succede se il mutuo è intestato a più persone? In caso di mutuo prima casa cointestato, ciascun contribuente può portare in detrazione soltanto la propria quota di interessi passivi, calcolata in proporzione alla quota di proprietà e alla parte di mutuo effettivamente pagata.
Se uno dei cointestatari risulta fiscalmente a carico dell’altro, il soggetto capofamiglia può detrarre l’intero importo degli interessi pagati, sempre rispettando il limite massimo di 4.000 euro annui.
La documentazione è fondamentale per portare in detrazione gli interessi passivi del mutuo prima casa nella dichiarazione dei redditi.
Sarà necessario conservare il contratto di mutuo ipotecario, l’atto di compravendita che attesta l’acquisto dell’immobile, le quietanze rilasciate dalla banca per ogni pagamento effettuato e le comunicazioni periodiche dell’istituto di credito che riepilogano gli interessi versati. Inoltre, sarà utile avere a disposizione le certificazioni catastali che attestano la destinazione dell’immobile a prima casa.