La morte di Papa Francesco ha scosso profondamente l’Argentina e il mondo intero. Il suo funerale, previsto per il 26 aprile 2025, vedrà la partecipazione di oltre 180 delegazioni internazionali e, tra i leader in prima fila, ci sarà proprio Javier Milei, presidente argentino, noto per le sue aspre critiche al pontefice.
Una presenza che suscita interrogativi e polemiche, simbolo di un rapporto complesso e controverso tra due figure cardine della storia recente argentina.
Javier Milei, economista libertario e outsider della politica, ha costruito parte della sua ascesa anche in opposizione a Jorge Mario Bergoglio. Durante la campagna elettorale e nei primi mesi del suo mandato, Milei non ha mai risparmiato attacchi frontali al Papa, definendolo pubblicamente “un imbecille”, “rappresentante del male sulla Terra” e accusandolo di avere “grande affinità con dittatori come Castro e Maduro” e di essere vicino ai “comunisti assassini”.
Parole durissime, che hanno scandalizzato non solo i credenti, ma anche una parte laica della società argentina.
Il contrasto tra i due non è solo personale, ma anche profondamente ideologico. Bergoglio ha sempre incarnato una Chiesa vicina agli ultimi, attenta ai temi della giustizia sociale, della povertà e dell’inclusione, valori spesso in contrasto con la visione ultraliberista e individualista di Milei.
Il Papa, pur senza mai rispondere direttamente agli insulti, ha continuato a parlare di dialogo, solidarietà e attenzione ai più deboli, guadagnandosi l’affetto di molti, anche tra i suoi detrattori.
Nonostante le tensioni, negli ultimi mesi si erano registrati segnali di distensione. Dopo la vittoria elettorale, Milei ha abbassato i toni e, in occasione della canonizzazione della prima santa argentina, Mamà Antula, ha incontrato Papa Francesco in Vaticano.
L’abbraccio tra i due, immortalato dalle telecamere, è stato letto come un gesto di riconciliazione, almeno formale. In quell’occasione, il Papa ha accolto Milei con calore, scherzando perfino sulla sua capigliatura e chiamandolo “figlio”, mentre Milei, visibilmente emozionato, ha chiesto di poterlo baciare. Un incontro che ha sorpreso molti e che ha segnato una svolta nei rapporti tra i due leader.
Alla notizia della morte di Bergoglio, Milei ha espresso “profondo dolore” e “onore per aver conosciuto un uomo di grande bontà e saggezza”, sottolineando come “le divergenze oggi appaiono minori” e invitando il Paese a unirsi nel lutto. Un messaggio che, seppur tardivo, ha contribuito a stemperare le polemiche.
La presenza di Milei ai funerali di Papa Francesco non è solo un fatto simbolico, ma anche una questione di protocollo. La delegazione argentina, guidata dal presidente, sarà infatti la prima ad essere accomodata sul sagrato della Basilica di San Pietro, alla destra del feretro, subito dopo le autorità italiane.
Accanto a Milei, ci sarà la sorella Karina, segretaria generale della presidenza argentina. Il protocollo vaticano prevede infatti che il Paese di origine del pontefice defunto abbia la precedenza, sottolineando così il legame tra il Papa e la sua terra natale.
Questa disposizione, tuttavia, non ha mancato di suscitare polemiche. In Argentina e in Italia, molti si chiedono se sia opportuno che Milei, dopo le parole offensive rivolte a Bergoglio, sieda in prima fila a rendere omaggio al Papa. “Cosa viene a fare Milei ai funerali di Papa Francesco? A fare il pavone? Dovrebbe stare a casa dopo tutto quello che ha detto”, ha commentato lo scrittore Mauro Corona, esprimendo un sentimento diffuso tra chi considera la presenza del presidente argentino una forma di ipocrisia.
La figura di Bergoglio ha sempre suscitato forti emozioni in Argentina. Da un lato, l’orgoglio nazionale per il primo Papa argentino; dall’altro, le divisioni politiche e sociali che la sua figura ha inevitabilmente incarnato. Se Milei rappresenta l’ala più radicale e liberista del Paese, Bergoglio è stato per molti il simbolo di una Chiesa popolare e impegnata. La morte del Papa ha momentaneamente sospeso le ostilità, ma non ha cancellato le fratture.
Il funerale di Papa Francesco sarà quindi anche una prova per Milei, chiamato a rappresentare l’Argentina in un momento di lutto collettivo e di grande visibilità internazionale. La sua presenza in prima fila sarà osservata con attenzione, sia dai sostenitori che dagli avversari, e potrebbe segnare un nuovo capitolo nei rapporti tra il presidente e l’eredità spirituale di Bergoglio.