26 Apr, 2025 - 10:04

Contributi Inps non versati? Ecco come recuperarli prima che sia troppo tardi

Contributi Inps non versati? Ecco come recuperarli prima che sia troppo tardi

Quando non si pagano i contributi all’Inps, si crea un debito nei confronti dell’ente previdenziale.
L’Inps può attivarsi per recuperare le somme non versate, ma attenzione: non ha tempo illimitato per farlo.

Con il passare del tempo, i contributi non versati finiscono per cadere in prescrizione e non possono più essere legalmente richiesti. Una condizione che rischia di diventare un boomerang per il lavoratore.

Quando i contributi si prescrivono, infatti, non è più possibile regolarizzare la propria posizione, con ripercussioni potenzialmente gravi sulla futura pensione.

In questo articolo ti spiego perché è fondamentale sapere quali sono i termini di prescrizione e come evitarne la scadenza.

Quando vanno in prescrizione i contributi Inps non versati

I contributi non versati all’Inps sono soggetti a prescrizione, con un termine relativamente breve. Secondo la legge n. 335/1995, i contributi obbligatori per la previdenza e l’assistenza sociale sono soggetti a prescrizione dopo 5 anni. Tuttavia, esiste un’eccezione: per i contributi legati al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle altre gestioni pensionistiche obbligatorie, la prescrizione decorre dopo 10 anni.

Una volta trascorso questo periodo, i contributi non possono più essere versati, e la legge non consente rinunce alla prescrizione.

Il termine per la prescrizione decorre dalla data di esigibilità dei contributi, ovvero dal momento in cui i versamenti avrebbero dovuto essere effettuati. In generale, i contributi vanno pagati entro il 16 del mese successivo al periodo di lavoro, quindi ad esempio, i contributi relativi a marzo 2025 dovranno essere versati entro il 16 aprile 2025.

Quali sono le eccezioni alla prescrizione dei contributi

Esistono situazioni eccezionali che possono influire sui tempi di prescrizione dei contributi non versati all'Inps. Conoscere queste circostanze è fondamentale per evitare di perdere diritti cruciali legati alla pensione.

Uno dei casi più significativi riguarda il lavoro in nero. Se un lavoratore è impiegato senza contratto o con contratto irregolare, il datore di lavoro non versa i contributi dovuti. Questo crea un danno significativo per il lavoratore, ma la legge prevede una protezione: in caso di denuncia del lavoro irregolare, i tempi di prescrizione per il recupero dei contributi vengono estesi a 10 anni. Altre situazioni che possono modificare i tempi di prescrizione includono atti interruttivi.

È possibile recuperare i contributi Inps non versati?

Accorgersi di contributi Inps mancanti sul proprio estratto conto contributivo può avere conseguenze gravi sulla pensione futura. Tuttavia, se il termine di prescrizione non è ancora scaduto, è possibile intervenire per chiedere l’accredito dei periodi non registrati.

Se si sospetta un errore da parte dell’Inps e si è certi che il datore di lavoro ha versato regolarmente i contributi, è possibile presentare una segnalazione contributiva tramite il portale Inps, nella sezione Ricorsi Online.

Prima di inviare la richiesta, è fondamentale allegare tutta la documentazione utile per dimostrare la correttezza della propria posizione.

È diverso il caso in cui i contributi non siano mai stati versati dal datore di lavoro. In questa situazione, il lavoratore può sporgere denuncia e citare in giudizio l'azienda per chiedere la regolarizzazione contributiva e un risarcimento per il danno subito. In presenza di dolo, il termine di prescrizione si estende a 10 anni.

Come non perdere contributi non versati

Anche quando i contributi Inps non versati risultano prescritti e non più recuperabili tramite l’ente previdenziale, esiste ancora una possibilità per evitare conseguenze pesanti sulla futura pensione: si tratta della costituzione della rendita vitalizia.

Questo strumento consente di compensare la perdita economica derivante dal mancato versamento dei contributi, calcolando la differenza tra l’importo della pensione effettiva e quello che sarebbe spettato se i contributi fossero stati regolarmente accreditati.

La rendita vitalizia Inps può essere versata dal datore di lavoro, che in questo modo risarcisce il danno arrecato al dipendente, oppure dallo stesso lavoratore danneggiato, sia durante l'attività lavorativa che una volta in pensione.

Per riassumere

Quando i contributi all'Inps non vengono versati, si crea un debito nei confronti dell'ente previdenziale, ma esistono termini di prescrizione per il recupero delle somme non pagate.

I contributi obbligatori vanno in prescrizione dopo 5 anni, ma per alcune gestioni pensionistiche il termine è di 10 anni. Esistono eccezioni, come nel caso del lavoro nero, che estendono il periodo di prescrizione.

Se i contributi non sono stati versati, è possibile chiedere la regolarizzazione o presentare una denuncia contro il datore di lavoro. Inoltre, anche se i contributi sono prescritti, la rendita vitalizia può compensare la perdita economica. Conoscere i termini di prescrizione è essenziale per evitare danni alla futura pensione.

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