25 Apr, 2025 - 14:35

Chi è Francesca Di Maolo, presidente dell'Istituto serafico di Assisi?

Chi è Francesca Di Maolo, presidente dell'Istituto serafico di Assisi?

Francesca Di Maolo è una delle figure più autorevoli e impegnate nel panorama italiano della disabilità e dell’inclusione sociale.

Da oltre un decennio guida l’Istituto Serafico di Assisi, un centro di eccellenza nella riabilitazione e nell’assistenza di bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Ma chi è davvero Francesca Di Maolo? Ecco un ritratto che ne racconta età, origini, famiglia e carriera.

Francesca Di Maolo: età e origini

Francesca Di Maolo è nata nel 1970 a Spoleto, in Umbria. La sua formazione e il suo percorso umano sono fortemente radicati nel territorio umbro, dove ha costruito la propria identità personale e professionale.

Cresciuta in una famiglia che le ha trasmesso i valori del servizio e della solidarietà – il padre era un uomo in divisa, esempio di dedizione al bene comune – Francesca ha saputo trasformare questi principi in una missione di vita.

Francesca Di Maolo: marito e figli

Nonostante la sua notorietà nel mondo sociale e istituzionale, Francesca Di Maolo mantiene grande riservatezza sulla propria vita privata. Dalle informazioni pubbliche disponibili, non risultano dettagli su un marito o su figli, e la presidente ha sempre preferito concentrare la comunicazione pubblica sulle attività e i valori dell’Istituto Serafico piuttosto che sulla sfera personale.

Questa scelta di discrezione riflette la sua attenzione a non sovrapporre il ruolo pubblico a quello privato, lasciando che siano i risultati del suo lavoro e l’impatto sociale delle sue azioni a parlare per lei.

Carriera: dall’avvocatura alla presidenza del Serafico

Francesca Di Maolo si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Macerata, specializzandosi in diritto sindacale, del lavoro e della previdenza sociale. Dopo la laurea, ha intrapreso la carriera di avvocato giuslavorista e docente di diritto del lavoro, attività che ha portato avanti con passione e competenza.

Parallelamente, si è dedicata al volontariato sociale, fondando e guidando per oltre dieci anni un centro di accoglienza per persone in difficoltà nella sua città d’origine.

Nel 2013, su proposta del Vescovo di Assisi, Francesca Di Maolo è stata chiamata a guidare l’Istituto Serafico di Assisi, un ente ecclesiastico senza scopo di lucro fondato nel 1871 da San Ludovico da Casoria.

 L’Istituto, che sorge ai piedi della Basilica di San Francesco, è oggi un punto di riferimento nazionale per la cura e la riabilitazione di bambini e ragazzi con disabilità gravi e complesse. Sotto la sua direzione, il Serafico ha rafforzato il proprio ruolo di eccellenza, ampliando i servizi offerti, investendo nella ricerca e nella formazione, e ponendo al centro la dignità e il valore di ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione.

Oltre alla presidenza del Serafico, Francesca Di Maolo è presidente di ARIS Umbria (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) e componente del Comitato di Economy of Francesco, iniziativa internazionale promossa da Papa Francesco per un’economia più giusta e inclusiva. È inoltre presidente della Scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo” della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.

Riconoscimenti e impegno sociale

Nel corso della sua carriera, Francesca Di Maolo ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno a favore delle persone più fragili. Nel 2024 è stata insignita del titolo di “Poliziotto ad honorem” dalla Polizia di Stato, un riconoscimento che premia la sua dedizione ai valori di giustizia, solidarietà e inclusione.

Di Maolo ha sempre sottolineato come la cura delle persone con disabilità non sia solo un atto di carità, ma una questione di giustizia sociale, e ha promosso una visione della salute che mette al centro la persona nella sua interezza, non solo come somma di funzioni biologiche.

Una missione che guarda al futuro

Francesca Di Maolo ha saputo trasformare il Serafico in un modello di eccellenza e innovazione, mantenendo fede alla missione originaria di accoglienza e cura dei più deboli. Il suo impegno quotidiano è orientato a garantire che nessuno venga lasciato indietro e che ogni persona, anche la più fragile, possa vivere una vita piena e dignitosa.

La sua storia è quella di una donna che ha scelto di mettere le proprie competenze e la propria passione al servizio degli altri, diventando un punto di riferimento per l’Umbria e per tutta l’Italia.

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