Fermarsi con un anticipo di quattro anni sulla pensione di vecchiaia? Qualcuno potrebbe strillare dalla gioia. E in effetti, per alcuni lavoratori, esiste una strada: si chiama pensione provvisoria INPS, meglio nota come Ape Sociale. Non è una forma di giustizia pensionistica universale – mettiamola così – ma piuttosto l’accesso a regole ben definite, pensate per determinate categorie tutelate dalla legge.
Chi rientra nei requisiti può richiedere un indennizzo mensile fino a 1.500 euro lordi, erogato dall’INPS e garantito dallo Stato italiano. Il periodo coperto va dai 63 anni e 5 mesi fino ai 67 anni, età oggi fissata per la pensione di vecchiaia. Il punto è: bisogna fare domanda, e bisogna farla entro il 31 luglio 2025. Un’opportunità temporanea, certo, ma per qualcuno potrebbe essere una vera boccata d’ossigeno.
Il viaggio verso la pensione è sempre più tortuoso, tra continue modifiche, correttivi dell’ultimo minuto e una riforma strutturale che, di fatto, continua a slittare. Le esigenze dei lavoratori sembrano spesso rimanere sullo sfondo.
La prossima mossa del governo Meloni potrebbe essere il congelamento dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile, previsto per il 1° gennaio 2027. Se la norma non verrà bloccata, l’età per la pensione di vecchiaia aumenterà di almeno tre mesi, con effetto a cascata anche su altri requisiti e misure legate all’uscita anticipata.
Che piaccia o no, uno dei pilastri della previdenza italiana è sul punto di cambiare. E tra le misure che potrebbero subire variazioni c’è anche l’Ape Sociale.
Va ricordato che con la Legge di Bilancio 2024 sono già stati innalzati i requisiti di accesso: cinque mesi in più. Se l’età pensionabile salirà davvero, l’Ape Sociale rischia di seguire a ruota. Dal 2027, salvo modifiche, l’anticipo potrebbe partire non più da 63 anni e 5 mesi, ma da 63 anni e 8 mesi.
L’Ape Sociale rappresenta una risposta concreta – in certi casi persino rassicurante – ma riservata a poche categorie di lavoratori. Con la Legge di Bilancio 2025, la misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2025, dando la possibilità di accedere alla pensione provvisoria a chi rientra in determinati requisiti.
Il vero limite? Non è una pensione vera e propria. È piuttosto una “finta luna di miele”, un indennizzo mensile (fino a 1.500 euro lordi) concesso dai 63 anni e 5 mesi fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, o per un trattamento ordinario come la pensione anticipata ordinaria (oggi fissata a 41 anni o 42 anni e 10 mesi di contributi per tutti, a prescindere dall’età).
Attualmente, possono accedere all’Ape Sociale:
purché:
Per le lavoratrici, è prevista una tutela aggiuntiva: una riduzione del requisito contributivo di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
L’Ape Sociale viene riconosciuta sulla base di requisiti anagrafici, contributivi e condizioni personali ben precise. Non basta, ad esempio, essere disoccupati: serve una connessione diretta con la cessazione del rapporto di lavoro, che deve essere avvenuta per:
Per quanto riguarda i lavoratori gravosi, il requisito è aver svolto una o più delle professioni “usuranti” (elenco previsto nell’Allegato 3 della legge n. 234/2021) per:
A ogni categoria corrisponde una soglia minima di contributi previdenziali che devono essere maturati. Questa è una delle principali barriere di accesso all’Ape Sociale: non basta aver raggiunto l’età, bisogna anche avere versato gli anni di contributi richiesti.
Ecco i requisiti per le principali categorie:
Il trattamento erogato con l’Ape Sociale è provvisorio e consiste in un assegno mensile che non superiore a 1.500 euro lordi. Ha caratteristiche ben definite: viene erogato per 12 mesi all’anno (quindi niente tredicesima), non è rivalutabile, non è integrabile e non è reversibile.
L’importo si basa su una stima iniziale e rimane tale fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione ordinaria (di vecchiaia o anticipata). Solo allora l’INPS effettuerà il calcolo definitivo, tenendo conto dell’intera contribuzione e delle condizioni individuali del beneficiario.
Per maggiori dettagli, si rimanda alla pagina dedicata all'Ape sociale disponibile sul sito INPS.