Il 25 aprile, giorno simbolo della Liberazione d’Italia dal nazifascismo, è da sempre un’occasione di memoria e celebrazione collettiva. Cortei, manifestazioni e commemorazioni attraversano il Paese, riunendo cittadini di ogni età nel ricordo della Resistenza e dei suoi valori fondanti.
Ma quest’anno, a Lanciano, la festa è stata improvvisamente spezzata da una tragedia: un’auto è piombata sulla folla durante il corteo, causando la morte di un uomo di 81 anni e seminando il panico tra i presenti.
Secondo le prime ricostruzioni, l’episodio si è verificato mentre il corteo attraversava una delle vie principali della città. Un’automobile, per ragioni ancora in fase di accertamento, ha improvvisamente perso il controllo ed è finita contro il gruppo di persone che partecipavano alla manifestazione.
L’impatto è stato violento: la vittima, un anziano di 81 anni, è deceduta sul colpo, mentre altre persone sono rimaste ferite, fortunatamente in modo non grave.
La scena, descritta dai testimoni come surreale, ha immediatamente richiamato alla mente episodi analoghi avvenuti in altre città europee, dove attacchi deliberati con veicoli contro la folla sono stati spesso associati ad atti terroristici. Tuttavia, fin dai primi momenti, le autorità hanno escluso la matrice terroristica.
La Procura e le forze dell’ordine si sono mosse con rapidità per chiarire la natura dell’accaduto. Gli investigatori hanno ascoltato numerosi testimoni e acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Gli elementi raccolti hanno permesso di delineare un quadro chiaro: non si è trattato di un attentato, ma di un drammatico incidente.
Le prime informazioni sul conducente dell’auto, fermato subito dopo l’accaduto, escludono qualsiasi legame con ambienti estremisti o con movimenti politici radicali. Non sono emersi segnali di premeditazione né rivendicazioni di alcun tipo. Piuttosto, si fa strada l’ipotesi di un malore improvviso o di una grave distrazione alla guida, che avrebbe portato alla perdita di controllo del veicolo.