25 Apr, 2025 - 08:30

Alle origini di “Bella ciao” tra testo e significato: la storia dietro l’inno della Resistenza

Alle origini di “Bella ciao” tra testo e significato: la storia dietro l’inno della Resistenza

Bella ciao è l’inno antifascista della Resistenza partigiana, che dalla Seconda Guerra Mondiale ancora oggi viene cantato non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Grazie al suo testo iconico e al suo significato profondo, la canzone è diventata parte della cultura di massa, al punto di finire in una delle più celebri serie tv di Netflix, La casa di carta. 

Canto popolare che inneggia alla resistenza e alla lotta contro il regime per difendere la libertà e che ricorda le imprese eroiche dei partigiani, scopriamo l’origine e la storia di Bella ciao. Quando è stata scritta e da chi? Ecco tutti i dettagli.

 

“Bella ciao”: testo e significato dell’inno antifascista della Resistenza

Bella ciao è un inno di speranza, che affonda le sue radici nella memoria e nella lotta di coloro che hanno versato il sangue per liberare l’Italia dal fascismo. Il brano che racconta la Resistenza dei partigiani è il simbolo della ribellione e della libertà, come si evince dal testo:

Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!

Sono note semplici ma potenti che racchiudono la storia italiana, un brano che negli anni è diventato il simbolo universale della rivolta contro l’oppressione e i regimi. Questo è il significato della canzone, che con immagini evocative narra la vita di un partigiano, un uomo che una mattina, dopo aver salutato la donna amata, parte per sconfiggere i nemici.

Non sa se tornerà mai a casa e le note della canzone lo accompagnano, dandogli coraggio e speranza in un futuro migliore. Il desiderio di riconquistare la libertà è più forte della paura della morte. Il fiore a cui si fa riferimento in Bella ciao è il papavero, rosso proprio come il sangue dei partigiani, che cresce spontaneo anche nei luoghi più ostili. 

“Bella ciao” è l’espressione usata da chi parte per lottare contro il regime e di chi non accetta nessuna forma di oppressione. Negli anni la canzone è stata adottata da movimenti indipendentisti e di rivolta di tutto il mondo, da Istanbul a Buenos Aires, da Parigi a New York.

Chi ha scritto “Bella ciao”: la storia e le origini della canzone

Nonostante la sua fama, Bella ciao ha origini incerte poiché non si è riusciti a risalire a un unico autore. Alcuni esperti hanno scovato le influenze provenienti da un canto popolare delle mondine a lavoro nelle risaie, altri studiosi fanno risalire l’origine del brano addirittura al Cinquecento in Francia. 

Altri ancora hanno visto delle somiglianze con un altro brano popolare nato nel nord Italia, Fior di tromba. Per quanto riguarda la melodia, invece, sono emersi diversi paragoni con quelle tipiche  dell’Europa orientale, in particolare con il folklore yiddish e balcanico.

La versione di Bella ciao che conosciamo oggi è stata diffusa ai tempi dei partigiani, durante il periodo della Resistenza italiana (1943-1945).

Le versioni moderne e il successo dei Modena City Ramblers

Nel corso degli anni Bella ciao è stata interpretata da un’infinità di artisti. In tanti hanno scelto di riportare in vita questo brano senza tempo, come ad esempio: Yves Montand, Milva, Goran Bregović, Manu Chao e Tom Waits. 

Negli anni Novanta la canzone ha ritrovato il successo a livello nazionale grazie alla nuova vita che le hanno dato i Modena City Ramblers, una delle band italiane più amate nel panorama folk-rock. 

 

Con il loro stile inconfondibile, scatenato e inneggiante alla rivolta, i Modena hanno saputo riportare alla luce una canzone immortale, mescolando il folk dell’Emilia Romagna con la musica tradizionale irlandese. Presente nell’album Riportando tutto a casa (1994), Bella ciao è diventata il manifesto musicale della resistenza moderna, simbolo di una coscienza politica e di rivolta. Un cuore pulsante che batte per la libertà.

 

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