Sono quattro i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei ministri nella giornata di ieri, 18 aprile 2025. I quattro comuni coinvolti sono Caserta, Aprilia, in provincia di Latina, Badolato, nel Catanzarese, e Casabona, in provincia di Crotone. Non si tratta proprio di un fulmine a ciel sereno: i quattro comuni sciolti erano sotto osservazione ormai da tempo e si pensava che nel breve periodo sarebbe arrivata la decisione del Consiglio dei ministri.
La scorsa estate, la relazione della commissione di Accesso - inviata al ministero dell’Interno - ha portato allo scioglimento del comune di Caserta, che oggi è al centro dei dibattiti per via delle dichiarazioni del sindaco Carlo Marino, legato al Partito Democratico. Il primo cittadino definisce la scelta del Consiglio dei ministri come un atto politico ai danni della città e promette che sarà avanzata una richiesta di accesso agli atti.
Si attendeva da tempo la decisione su Aprilia, dove la scorsa estate ci sono stati diversi arresti nell'ambito di una maxi operazione antimafia, tra i quali quello del sindaco Lanfranco Principi, poi messo ai domiciliari. Sia Badolato che Casabona, comuni calabresi di poche migliaia di abitanti, sono stati affidati – si legge nella nota del CdM – a una commissione straordinaria per diciotto mesi.
Quattro comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e tante polemiche. La decisione del governo, presa nella giornata di ieri, di sciogliere il comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche è stata determinata dalla relazione stilata dalla Commissione d’Accesso, inviata lo scorso anno dal Ministero dell’Interno. Il provvedimento riguarda un capoluogo di provincia della Campania, amministrato dal 2016 da Carlo Marino, esponente del Partito Democratico e attuale presidente dell’Anci regionale.
Il sindaco però non ci sta e punta il dito contro il Consiglio dei ministri. Marino, in una dichiarazione pubblica, ha definito il provvedimento "un atto politico e amministrativo sproporzionato", annunciando una pronta richiesta di accesso agli atti e un ricorso al Tar del Lazio. Ha inoltre sottolineato come tale misura rappresenti, a suo avviso, un colpo non solo alla sua amministrazione, ma all’intera comunità casertana.
Il procedimento che ha portato allo scioglimento dell'ente comunale affonda le radici nella segnalazione dell’ex prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, che aveva raccolto in un dettagliato dossier le gravi criticità emerse a giugno 2024. Lo scioglimento del Comune, in breve, era nell'aria da tempo.
In quella fase, la procura di Santa Maria Capua Vetere, sotto la guida di Pierpaolo Bruni, aveva avviato un'inchiesta che portò agli arresti di vari dirigenti comunali e dell’assessore ai Lavori Pubblici, accusati di aver pilotato appalti in favore di imprenditori legati alla criminalità organizzata.
Le misure cautelari sono state successivamente revocate, ma la vicenda ha portato all’arrivo della Commissione d’Accesso, nonostante il tentativo di Marino di riformare la giunta.
Le ultime elezioni nel comune campano si sono tenute nel 2021. In quell'occasione, il sindaco casertano è stato confermato per un secondo mandato dopo la prima vittoria nel 2016. Le prossime elezioni dovrebbero tenersi tra il 2026 e il 2027. Non c'è ancora una vera e propria data. Un anno fa è stato sciolto, sempre in Campania, il comune di Melito.
La scelta dell’esecutivo non ha riguardato soltanto Caserta. Nella stessa seduta di ieri, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento di altri tre comuni per le stesse motivazioni: Aprilia nel Lazio, Badolato e Casabona in Calabria. Si tratta di una decisione attesa da tempo per i tre comuni. In tutti e tre i casi sono emerse gravi infiltrazioni mafiose e arresti di amministratori locali, tra cui sindaci e dirigenti, coinvolti in episodi di scambio politico-mafioso e connivenze con ‘ndrangheta e camorra.
Nel caso di Aprilia, la decisione era attesa ormai da giorni ed era nell'aria dallo scorso luglio, quando c'è stata una maxi operazione che ha visto, tra gli arresti, anche quello del sindaco Lanfranco Principi. Il primo cittadino è stato posto agli arresti domiciliari il 3 luglio 2024, accusato di scambio elettorale politico-mafioso e concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Per quanto riguarda Casabona e Badolato, i due sindaci dei comuni calabresi sono stati arrestati nel 2024 e nel 2025.
Cosa succederà ora ai comuni sottoposti a queste decisioni? Saranno nominati dall'esecutivo nazionale commissari che si occuperanno per 18 mesi, prorogabili dal governo, delle attività amministrative. Non resta che attendere possibili ricorsi, per ora solo il sindaco di Caserta si è detto contrario alla decisione del Cdm.