Vertice a Palazzo Chigi in vista del viaggio del 17 aprile di Giorgia Meloni a Washington, per incontrare il presidente statunitense Donald Trump. Timori e speranze di aiutare l'Italia si mescolano nelle ore precedenti la partenza, ma in tanti nel governo sono convinti che la premier saprà giocare al meglio le sue carte.
"È un momento difficile, vediamo come va nelle prossime ore", ha provato a ironizzare Meloni a confronto con tutti i ministri del governo. Per il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ciò che attende la premier è "un viaggio ricco di insidie": i dazi USA rischiano di danneggiare l'Italia.
Tuttavia Fazzolari ritiene che i rapporti personali fra Trump e Meloni possano essere la chiave di svolta di questo grave problema economico e politico: "Così possono parlare più facilmente".
La chiamano "missione di pace commerciale", ma per ora la pace è tutta da costruire. Giorgia Meloni è attesa alla Casa Bianca da Donald Trump, e il contesto non è dei più distesi: il presidente statunitense, tornato a Washington più agguerrito che mai, ha sconvolto la politica europea con i dazi prima annunciati, poi applicati e infine sospesi per 90 giorni.
#Fazzolari sul viaggio negli #USA di #Meloni: "Non ha il mandato di trattare per l'#UE, ma lei ha un rapporto particolare con #Trump" #15aprile pic.twitter.com/kkdooaGQcX
— Tag24 (@Tag24news) April 15, 2025
La Commissione UE sa che il tempo stringe e i suoi timori di stagnazione economica (se non addirittura recessione) aumentano sempre di più. I dazi potrebbero colpire in particolar modo l'Italia, che basa il suo export sul mercato statunitense particolarmente ricettivo verso settori come la farmaceutica, l'agroalimentare e la moda.
Di questo e altro è ben consapevole Giovanbattista Fazzolari. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio in quota Fratelli d'Italia ha voluto decantare la sagace mossa a livello diplomatico messa in campo dalla premier Meloni: nonostante le fatiche di un viaggio oceanico, la presidente del Consiglio è subito pronta a trattare da pari con Trump.
Presentando un libro del giornalista Sallusti, Fazzolari inizia però con quello che sembra lo schema tipico di una fiaba: l'ostacolo che l'eroe (in questo caso eroina) del racconto che deve superare per ristabilire ordine e concordia all'interno del suo ambiente. In nome di un ideale più alto: il mantenimento dei buoni rapporti italo-statunitensi.
Il sottosegretario poi aggiunge:
Ancora #Fazzolari sul viaggio di #Meloni: "Evento ricco di insidie, ma bisogna ricordare che gli #USA sono il nostro partner principale"#15aprile pic.twitter.com/ABd3k5vFXZ
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Un elemento, quello dei buoni rapporti fra Trump e Meloni, che esalta ancora di più la convinzione di FdI che sia soltanto il governo italiano ad avere le chiavi capaci di rinviare (o abbattere) del tutto la minaccia dei dazi statunitensi.
Il governo dal canto suo si mostra ottimista. Il vicepremier Tajani parla di "missione di pace" e rivendica il sangue freddo tenuto da Roma: "Avevamo ragione noi a non reagire di pancia". E il ministro dell'Economia Giorgetti, forte della promozione dell'Italia da parte di S&P, rilancia: "Il giudizio positivo premia la nostra serietà nella gestione delle finanze pubbliche".
Sì, perché nel mezzo di questo caos geopolitico, arriva la buona notizia del rating italiano alzato da BBB a BBB+. Un segnale incoraggiante per l'esecutivo, che ora si appiglia al riconoscimento delle agenzie internazionali per rafforzare la propria immagine di stabilità. Un elemento, forse, da giocare al tavolo delle trattative con Trump.
E intanto, mentre il governo celebra il Made in Italy, c'è chi accusa il governo Meloni di non difenderlo affatto. Angelo Bonelli di AVS parla di "patriottismo all'amatriciana" e punta il dito contro l'alleanza tra la premier e Trump: "Meloni è pronta a dire di sì all’import di gas Usa e ad acquistare armi, svendendo la nostra sicurezza alimentare e ambientale. Gli Stati Uniti vogliono eliminare i divieti su pesticidi e ormoni vietati in Europa. Questo è un attacco diretto al nostro modello di qualità".
Secondo l'europarlamentare del PD Giorgio Gori la minaccia non arriva solo dagli Stati Uniti: "La vera sfida per le nostre imprese è l'import cinese. Prodotti sussidiati, a basso costo e in quantità enormi, rischiano di invadere il nostro mercato. Se gli Usa chiudono la porta alla Cina, quei prodotti si riversano da noi".
Sui #dazi gli altri Paesi europei si muovono con soldi e misure concrete per proteggere le imprese e le famiglie dagli effetti negativi della folle guerra commerciale scatenata da #Trump. In Italia, il governo #Meloni è ancora a carissimo amico. Annunci, chiacchiere e proclami… pic.twitter.com/t20KMPZ0vU
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Anche la dem Anna Ascani avverte: "Fughe in avanti e trattative bilaterali con Trump ci renderebbero più deboli. È l'Unione Europea che deve rispondere in modo compatto. Meloni rischia di fare un favore agli Stati Uniti, non all'Italia".
Vertice a Palazzo Chigi in vista del viaggio di Meloni a Washington il 17 aprile per incontrare Donald Trump. Obiettivo: difendere gli interessi italiani dai dazi USA.
Fazzolari parla di “viaggio ricco di insidie”, ma sottolinea l'importanza dei rapporti personali tra Meloni e Trump per evitare danni economici.
Le opposizioni criticano la mossa bilaterale, accusando la premier di indebolire l’Europa e di piegarsi agli interessi americani, soprattutto su armi, gas e pesticidi.