Dal 2027 le cose si mettono molto male per chi deve andare in pensione considerando che l’età pensionabile aumento. Per la pensione di vecchiaia, infatti, ci si aspetta un nuovo incremento di tre mesi.
A eccezione di chi soddisfa i requisiti per la pensione anticipata, ci sono anche alcuni lavoratori che potranno continuare ad andare a 67 anni o meno.
Chi son i lavoratori avvantaggiati? In questo articolo, vedremo quali sono le categorie che possono fruire di un trattamento agevolato ai fini pensionistici.
Dal 1° gennaio 2027, per accedere alla pensione di vecchiaia il requisito anagrafico aumenterà di tre mesi: sono previsti 67 anni e tre mesi d’età. Tuttavia, il governo sta lavorando a un piano per bloccare l'aumento dell'età.
L’esclusione dell’adeguamento è prevista solo fino al 2026. Fino all’anno prossimo i requisiti rimarranno gli stessi. Potremmo aspettarci il congelamento da parte del Governo, ma se così non fosse l’età pensionabile e i contributi necessari aumenteranno di tre mesi arrivando a 67 anni e tre mesi per la vecchiaia e a 43 anni e un mese per l’anticipata.
Secondo i dati pubblicati dall'Istat, nel 2024 la speranza di vita a 65 anni è salita a 21,2 anni, segnando il valore più alto dal 2019.
Se si confrontano i bienni precedenti, che è il periodo di riferimento per l'adeguamento dell'età pensionabile previsto nel 2027, si osserva un incremento di sette mesi. Da questo aumento vanno però sottratti i quattro mesi di calo registrati durante la pandemia.
Attualmente, per accedere alla pensione di vecchiaia si deve soddisfare il requisito anagrafico di 67 anni e contributivo di 20 anni.
Nel caso dei contributivi puri, ovvero di tutti quei lavoratori che hanno versato i contributi prima del 1° gennaio 1996, è richiesto un altro requisito. Questi lavoratori devono maturare un importo pensionistico almeno pari all’Assegno sociale.
Lo scatto a 67 anni è avvenuto nel 2019, quando l’incremento registrato fu di 5 mesi. Un incremento che non è stato, però, applicato a tutti i lavoratori.
Esclusi dalla nuova soglia sono stati i lavoratori addetti ad attività gravose o particolarmente faticose e pesanti:
Salvo eventuali proroghe da parte del governo, nel 2027 anche per i lavoratori usuranti e gravosi ci sarà un aumento dell’età anagrafica. Tuttavia, questi lavoratori potranno andare in pensione prima dei 67 anni: secondo le previsioni, infatti, il requisito anagrafico per loro sarà fissato a 66 anni e 10 mesi, mantenendo invariati i 30 anni di contributi richiesti.
Per calcolare l'importo della pensione dopo 20 anni di contributi, è necessario conoscere l'aliquota applicata, che nel caso del sistema retributivo è del 2%.
Ciò implica che la pensione sarà pari al 40% della retribuzione media degli ultimi anni di lavoro.
La situazione cambia se si applica il sistema pensionistico contributivo, in quanto non si utilizza un'aliquota, ma un coefficiente di trasformazione. Per chi ha versato 20 anni di contributi, questo coefficiente è pari al 5,575%. Tale coefficiente viene applicato al montante contributivo, cioè alla somma complessiva dei contributi versati durante la carriera lavorativa.
Nel caso di un sistema contributivo misto, il calcolo della pensione risulta più articolato, poiché è necessario considerare separatamente gli anni di contribuzione maturati nei due diversi regimi previdenziali, ovvero quello retributivo e quello contributivo.
Dal 2027 l’età pensionabile aumenterà di tre mesi, portandola a 67 anni e tre mesi, con un incremento anche per la pensione anticipata.
Alcuni lavoratori, come quelli usuranti e gravosi, continueranno a poter andare in pensione prima, con il requisito anagrafico fissato a 66 anni e 10 mesi.
Per accedere alla pensione di vecchiaia, sono richiesti 67 anni e 20 anni di contributi, mentre per i contributivi puri si aggiunge il requisito dell’assegno sociale. L’aumento dell’età pensionabile riguarda anche i lavoratori in settori particolarmente faticosi.