Accusato dello stupro di una ragazzina di appena 11 anni a Mestre, il 45enne Massimiliano Mulas è stato arrestato e condotto in carcere a Venezia. Nell'interrogatorio per la convalida del fermo, che si è tenuto lunedì 14 aprile, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il caso sta assumendo rilevanza nazionale: si sono espressi anche il patriarca di Venezia e il governatore del Veneto, Luca Zaia.
Mulas, infatti, non sarebbe nuovo a questo tipo di reati: in passato era già stato condannato per violenze, scontando le pene che gli erano state inflitte per poi tornare "a colpire". Come evidenziato dal suo legale, l'avvocato Ignazio Ballai, non è mai stato dichiarato "socialmente pericoloso". Ed è bufera.
Il servizio di Antenna Tre sul caso
Massimiliano Mulas, di origini sarde, fino a qualche tempo fa viveva a Tempio Pausania, in provincia di Sassari, con la madre. Era tornato nell'abitazione dopo aver scontato una condanna nel carcere di Lanusei, da cui è uscito nel 2021, come riportato da Il Corriere del Veneto.
In questi ultimi anni avrebbe girato l'Italia, spostandosi in diverse città, dopo essere stato seguito dai servizi sociali in Sardegna, come ha dichiarato il suo legale. Fino a stabilirsi in Veneto.
Stando a quanto emerso, il 45enne ha alle spalle una lunga scia di reati, perlopiù a sfondo sessuale. L'ultimo episodio di violenza è avvenuto il 10 aprile 2025: la vittima è una ragazzina di 11 anni, stuprata nell'androne del suo palazzo a Mestre mentre rientrava a casa dalla palestra.
La ragazzina aveva già avuto l'impressione che qualcuno la stesse seguendo, dalla palestra fino a casa: ha quindi chiamato un'amica, per sentirsi più sicura. Il suo aggressore l'ha spinta nell'androne del suo palazzo una volta aperto il portone. L'amica al telefono ha sentito chiaramente le sue urla e ha lanciato l'allarme.
Un vicino di casa ha interrotto la violenza, spingendo Mulas (con il volto coperto da un passamontagna) a fuggire. L'uomo è stato rintracciato circa tre ore dopo alla stazione di Mestre, di ritorno da Padova: si era cambiato i vestiti, ma nella fuga aveva perso portafoglio e marsupio, con i suoi documenti all'interno. Erano rimasti nell'androne del palazzo di viale San Marco, il luogo dell'orrore.
A fermarlo il carabiniere 23enne Carmine Tondi, rientrato in servizio per dare la caccia allo stupratore, grazie a "un'intuizione".
ha raccontato in un'intervista a La Nuova Venezia.
Massimiliano Mulas è stato condannato più volte per diversi reati. Nel 1998, a Nuoro, fa recapitare a una ragazza la testa mozzata di un cane all'interno del fustino di un detersivo, insieme a minacce e alla richiesta di soldi.
In provincia di Trento, nel 2002, prova a violentare dietro a un chiosco una turista mantovana di 33 anni: viene condannato a 4 anni e 6 mesi. A settembre del 2006, nel Padovano, tenta di stuprare una 21enne; dopo un paio di settimane il copione si ripete con una ragazza americana. Fermato, la condanna che gli viene inflitta è di 8 anni e 3 mesi.
A Perugia, cinque anni fa, la presunta violenza su una 14enne: le accuse, stavolta, cadono, fa sapere l'avvocato Ballai.
Per quest'ultima violenza di Mestre il legale chiederà un nuovo interrogatorio al giudice, a maggio, e non esclude la richiesta di una perizia psichiatrica per il suo assistito. Avendo, sottolinea sempre al Corriere, "il massimo rispetto per la vittima".
C'è il dolore per quanto accaduto a una ragazza innocente, segnata a vita da una violenza indicibile. Ma c'è anche la rabbia per aver permesso a una persona già condannata per reati sessuali di poter nuocere a nuove vittime.
scrive sui social il governatore del Veneto, Luca Zaia.
Su questo terribile caso di violenza è intervenuto pubblicamente, durante i riti per la Domenica delle Palme, anche il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.
E c'è anche chi, sui social, invoca "pene esemplari" o "carcere a vita".