Che per lui fossero ore decisive si sapeva. "È attesa tra oggi e domani a Rimini la decisione del gip Vinicio Cantarini sulla richiesta di scarcerazione per Louis Dassilva", aveva fatto sapere stamani l'Agi. Poco prima di pranzo, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che difendono il 35enne arrestato, hanno affidato a una nota la notizia: "Rigettata la richiesta di revoca della misura cautelare". Ecco cosa succede adesso.
I legali Fabbri e Guidi, che assistono Dassilva - in carcere dallo scorso luglio con l'accusa di aver ucciso la 78enne Pierina Paganelli in via del Ciclamino - avevano chiesto al gip Cantarini di rivalutare la sussistenza delle esigenze cautelari a suo carico dopo l'udienza in cui sono stati discussi i risultati delle principali perizie sul caso, tra cui quelle relative al Dna e alla Cam 3.
Secondo loro, infatti, gli esiti degli esami svolti dai periti dimostrerebbero l'estraneità ai fatti del 35enne, che dal canto suo si è sempre proclamato innocente. Dal gip, alla fine, è arrivato un "no". A pesare sulla decisione, oltre agli indizi raccolti, potrebbero essere state le dichiarazioni rese dall'ex amante Manuela Bianchi nell'incidente probatorio, nonché gli ultimi accertamenti degli esperti.
Il 35enne ha sempre riferito di aver trascorso l'intera serata dell'omicidio guardando un film in casa insieme alla moglie Valeria Bartolucci, e di aver appreso della morte della vicina solo quando Manuela sarebbe andata a bussargli la mattina successiva, chiedendogli aiuto.
Questa era anche la versione inizialmente fornita dalla stessa Manuela, che, interrogata dopo essere stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento, ha poi dichiarato, invece, che fu Dassilva a informarla della presenza del cadavere della suocera tra le due porte tagliafuoco.
Secondo la sua nuova ricostruzione - ritenuta credibile dalla Procura, ma non dai legali di Dassilva -, l'uomo avrebbe atteso che rincasasse dopo aver accompagnato la figlia a scuola, per spiegarle anche cosa fare prima di allertare i soccorsi.
C'è poi un'altra questione: quella delle voci che una telecamera di videosorveglianza avrebbe registrato mentre Pierina veniva uccisa, e che un esperto nominato dalla Procura, Marco Perino, ritiene compatibili con quelle di Dassilva e di Manuela. Le rispettive difese lo negano, ma quanto emerso potrebbe aver contribuito a portare il giudice a respingere la richiesta di scarcerazione dell'uomo.
Per il 17 aprile è fissata l'udienza in cui sarà il Tribunale del Riesame di Bologna - investito dalla Cassazione - a rendere nota la sua decisione su Dassilva. Gli avvocati sperano, ovviamente, che il 35enne possa tornare in libertà, come hanno chiesto.
Si attende, intanto, l'ultimo parere sul video della farmacia San Martino. Da una comparazione tra le immagini del soggetto catturato di spalle la sera dell'omicidio e quelle di Dassilva - ripreso mentre sfilava sotto la stessa telecamera durante un incidente probatorio - sarebbe emersa un'incompatibilità d'altezza.
Per fugare ogni dubbio, il gip ha però disposto ulteriori accertamenti sul colore della pelle. Solo così sarà possibile escludere una volta per tutte che l'ignoto corrisponda al 35enne, come invece sostiene la Procura, secondo cui avrebbe ucciso l'anziana per proteggere la sua relazione extraconiugale.
Se ne parlerà in aula il 28 aprile. Poi le indagini si avvieranno alla chiusura. I familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Marco e Monica Lunedei, si aspettano solo verità e giustizia. Si aspettano sviluppi.
Le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti dai legali Lunedei riportate da Icaro Tv - 26 marzo 2025.