La puntata di Domenica In del 13 aprile 2025 ha acceso i riflettori su una vicenda giudiziaria che da anni tiene banco nei salotti televisivi e nelle aule di tribunale: la presunta truffa subita da Gianna Orrù, madre della showgirl Valeria Marini, per mano del produttore cinematografico Giuseppe Milazzo Andreani.
Durante la trasmissione condotta da Mara Venier, la signora Orrù ha raccontato il suo dramma personale, che l'ha vista perdere oltre 350.000 euro in un investimento in Bitcoin tra il 2018 e il 2019. La vicenda, ancora pendente in tribunale, ha sollevato un acceso dibattito mediatico e giudiziario.
In seguito alla trasmissione, Giuseppe Milazzo Andreani ha inviato una dichiarazione alla redazione per contestare quanto accaduto, che pubblichiamo integralmente:
"In data 13 aprile 2025, durante una trasmissione andata in onda su RAI 1 e condotta da Mara Venier, sono state pronunciate gravissime affermazioni nei miei confronti, con riferimento a un procedimento giudiziario ancora in corso e non concluso, ledendo in maniera grave e inaccettabile la mia immagine, la mia dignità personale e la mia storia professionale.
Ma ciò che desta maggiore sconcerto è un'affermazione della stessa conduttrice, pronunciata pubblicamente in diretta televisiva, davanti a milioni di telespettatori: aiuterò processualmente la signora Orrù.
Questa dichiarazione, oltre a rivelare una presa di posizione partigiana e impropria, lascia intendere la volontà di intervenire per vie traverse in una vicenda giudiziaria ancora pendente, gettando ombre inquietanti sul rispetto della terzietà e dell'indipendenza della magistratura.
Ci si chiede legittimamente: è un tentativo di corrompere l'equilibrio della giustizia? Di influenzare l'opinione pubblica e i giudici stessi attraverso il potere mediatico?
Questa storia va avanti dal 2018, trascinata e alimentata da dichiarazioni false e calunniose rilasciate dalla signora Gianna Orrù e da Valeria Marini. Entrambe hanno costruito una narrazione mediatica distorta, approfittando della visibilità ottenuta per mettere in scena spettacolini televisivi in tutte le reti, generosamente compensati, rimpinzando le proprie tasche di denaro con la complicità di tv e giornali che, senza alcun riscontro, hanno dato loro credito.
Quanto accaduto rappresenta una palese violazione del diritto alla presunzione di innocenza sancito dalla Costituzione, una diffamazione a mezzo stampa e televisione, e un grave abuso del mezzo televisivo pubblico. Le dichiarazioni rese dalla conduttrice, in presenza delle suddette ospiti, hanno travalicato ogni limite di decenza giornalistica e deontologica, rivelando fatti processuali non ancora pubblici né definitivi, e travisando completamente la realtà.
In qualità di produttore rispettato da oltre trent'anni nel mondo dello spettacolo, non posso tollerare oltre questo scempio mediatico.
Chiedo ufficialmente alla TV di Stato, alla Presidenza RAI e alla Commissione di Vigilanza, l'immediato intervento e la rimozione di Mara Venier da ogni incarico televisivo, per aver gravemente compromesso la neutralità e l'imparzialità che il servizio pubblico deve garantire. RAI è la TV di tutti i cittadini, finanziata con il canone: non può diventare la sede di campagne personali e intimidatorie.
Presenterò inoltre formale denuncia querela per diffamazione aggravata ai sensi degli articoli 595 e 596-bis del Codice Penale, affinché si accerti la responsabilità penale e civile di tutti i soggetti coinvolti nella trasmissione.
È giunto il momento di dire basta al linciaggio mediatico. Il servizio pubblico non può essere strumento di odio, partigianeria e disinformazione.
Giuseppe Milazzo Andreani