Nel giorno sacro della Domenica delle Palme la guerra ha mostrato il suo volto più feroce: un attacco missilistico russo ha colpito la città ucraina di Sumy, uccidendo almeno 32 persone e ferendone 100. Missili balistici hanno centrato autobus, filobus, edifici civili, mentre la popolazione si recava in chiesa per una funzione religiosa.
In Italia, però, la politica continua a usare la guerra per dividersi. Mentre in Ucraina si piangono i morti, a Roma si rimpallano accuse e si litiga sull'opportunità di ospitare l'ambasciatore russo in Senato. E mentre l'Europa si interroga su come fermare l'aggressore russo, alcuni leader italiani sembrano ancora impegnati nel decidere da che parte stare.
Nel cuore della Domenica delle Palme, mentre in Ucraina le campane suonavano a festa per la messa, un attacco missilistico russo ha colpito il centro della città di Sumy. Il bilancio è tragico: al momento si contano 32 morti, tra cui due bambini, e quasi 100 feriti.
Le immagini che arrivano dal posto - corpi a terra, edifici sventrati, autobus in fiamme - sono la rappresentazione plastica di una guerra che non arretra, ma anzi alza il tiro colpendo la popolazione civile nei suoi momenti più sacri.
Assassini russi. Ancora chiedete di invitare l’Amb Russo in Senato @GiuseppeConteIT ? Pacifinti per i dittatori. Altro che progressisti. https://t.co/nuG67XQxuh
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) April 13, 2025
Una condanna netta arriva dal governo italiano. La premier Giorgia Meloni esprime "cordoglio per le vittime e ferma condanna per le violenze inaccettabili", ma aggiunge un passaggio singolare: "Questi attacchi contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal Presidente Trump e sostenuto convintamente dall'Italia".
Una frase che suona come un esercizio di equilibrismo fra la linea atlantista e la nuova postura trumpiana che il governo italiano ha adottato da qualche tempo.
La politica italiana, come spesso accade su temi internazionali così delicati, si divide. Ma questa volta lo fa con un'intensità che travolge ogni formalità diplomatica, tra accuse di cinismo e pacifismo di comodo, attacchi diretti a Vladimir Putin e frecciate (non troppo velate) a Donald Trump e a Giuseppe Conte.
La strage di civili compiuta questa mattina dai missili putiniani è orrenda. Questo è Putin, questa è la Russia di oggi, che va fermata innanzitutto difendendo il diritto degli ucraini a vivere in un paese libero e democratico. Come è umanamente possibile essere indifferenti o…
— BenedettoDellaVedova???????????????? (@bendellavedova) April 13, 2025
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, commentando l'attacco, ha parlato senza mezzi termini: "Solo un bastardo può fare una cosa così". E il vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone, rilancia: "Un bastardo che finge di trattare per la pace ma continua a bombardare. Però Trump, per qualcuno candidato al Nobel per la pace, finge di non capire".
Una chiara critica all'atteggiamento del presidente statunitense, il cui atteggiamento morbido nei confronti del Cremlino continua a suscitare inquietudine anche tra i Paesi europei. Dello stesso tenore è la dichiarazione del segretario di +Europa Riccardo Magi: "L'attacco a Sumy è l'ennesimo crimine di guerra. È la Russia a non voler la pace. Persino Trump, convinto di chiudere la guerra in 24 ore trattando Zelensky come uno zimbello, forse ora si ricrede. Serve rafforzare la difesa comune europea, per difendere la libertà dei popoli".
Il suo collega Benedetto Della Vedova rincara la dose: "È umanamente e politicamente impossibile essere neutrali. L'apertura di credito a Putin è stato un lasciapassare".
Il centro liberal-riformista non usa mezzi termini. Per Carlo Calenda "assassini russi" è il termine più appropriato, e chiede polemicamente a Giuseppe Conte: "Ancora volete invitare l'ambasciatore russo in Senato? Pacifinti per i dittatori, altro che progressisti".
Il leader del Movimento 5Stelle, principale destinatario delle accuse, per ora tace. Ma le sue posizioni precedenti - contrarie all'aumento delle spese militari, dubbiose sull'invio di armi e favorevoli a una soluzione diplomatica - vengono rilette oggi alla luce dell'attacco a Sumy come un'ambiguità pericolosa, se non una resa camuffata.
Nel campo del Partito Democratico, infine, Lorenzo Guerini ha parlato di "un attacco alla pace" e ha sottolineato la necessità di "imporre alla Russia l'accettazione del cessate il fuoco". La linea è quella del sostegno a Kiev, per una "pace giusta", come ribadito anche da altre figure del partito.
Nessun attacco all'alleato Conte o al governo (come fatto da Bonelli di AVS), ma un appello alla comunità internazionale perché imponga alla Russia il cessate il fuoco.
Nel frattempo, i negoziati stagnano, e Donald Trump - il grande assente presente in molte dichiarazioni politiche - continua a mostrarsi accomodante con il regime di Putin. Il presidente Zelensky, dal canto suo, non arretra.
Those were two Russian ballistic missiles with highly explosive fragmentation warheads.
— Illia Ponomarenko ???????? (@IAPonomarenko) April 13, 2025
The missiles were fired into the very center of a major Ukrainian city on a busy and sunny Sunday morning- during a Christian feast as many people were going to churches, including with…
Parla di "terrorismo russo", accusa Mosca di sabotare ogni tentativo di pace e invoca una risposta dura: "Senza pressione sulla Russia la pace è impossibile". Le sue parole suonano anche come un monito per l'Occidente: il tempo della diplomazia attendista è finito, e il pacifismo neutrale rischia di diventare complicità.
I negoziati però fra Ucraina, Stati Uniti e Russia stanno procedendo a rilento. La causa principale è la strategia russa di prendere tempo e alzare continuamente la posta, imponendo condizioni sempre più vantaggiose per sé. Dall'altra parte, l'amministrazione Trump si dimostra sempre più debole, accettando le richieste russe pur di mantenere vivi i negoziati.
Attacco a Sumy: nel giorno della Domenica delle Palme, un attacco missilistico russo ha colpito la città ucraina di Sumy, causando almeno 32 morti e quasi 100 feriti. Tra le vittime, anche due bambini.
Caos politico in Italia: invece di una condanna unitaria, l’attacco ha innescato uno scontro politico tra leader italiani: Meloni tenta un equilibrio tra atlantismo e trumpismo, mentre Calenda, Della Vedova e altri attaccano Conte per le sue posizioni più ambigue sulla Russia.
Trump e i negoziati: il ruolo degli Stati Uniti nei negoziati appare debole. Trump, accusato di complicità indiretta con Mosca, continua a mostrarsi accomodante. Zelensky denuncia l’ipocrisia e avverte: senza pressione sull’aggressore, la pace resta un’illusione.