Geniali, visionari e incredibilmente affascinanti: Luca Guadagnino e Ferdinando Cito Filomarino non sono solo due nomi di punta del cinema italiano contemporaneo, ma anche ex compagni nella vita e nel lavoro. Una storia intensa fatta di set, premi internazionali e un amore durato oltre un decennio… e finito senza mai davvero spiegarsi. Ma cosa c’era — e cosa è rimasto — tra di loro?
Nato a Palermo il 10 agosto 1971, Luca Guadagnino è molto più di un regista: è una firma riconoscibile, uno stile. Dopo aver affascinato il mondo con "Io sono l’amore" nel 2009, ha raggiunto la consacrazione internazionale con "Chiamami col tuo nome" nel 2017, pellicola che gli ha fruttato nomination agli Oscar, Golden Globe e BAFTA e che ha contribuito a lanciare nell'Olimpo del Cinema il giovanissimo Timothée Chalamet.
Il suo talento non si è mai arrestato: da "Suspiria a Bones and All", fino al recentissimo "Challengers" dello scorso 2024 - con l'iconica Zendaya, Mike Faist e Josh O'Connor -, e "Queer", il grande regista colleziona successi e riconoscimenti come figurine rare.
Nel 2022 ha portato a casa il Leone d’argento per la regia di "Bones and All", confermandosi come uno dei registi italiani più acclamati a livello globale.
Eppure, dietro quella calma elegante, si nasconde una vita sentimentale meno cinematografica e molto più riservata. Guadagnino non ha mai fatto mistero della propria omosessualità, ma ha anche sempre mantenuto un profilo basso riguardo alle sue relazioni: "Posso contare sulle dita di due mani, gli amanti che ho avuto nella mia vita", ha raccontato durante la conferenza stampa di Venezia 2024.
Dal 2009 al 2020 ha condiviso la sua vita con un altro regista: Ferdinando Cito Filomarino. E no, non era solo una storia d’amore. Era una partnership creativa, artistica, forse totalizzante.
Milanese, classe 1986, Ferdinando Cito Filomarino ha il cinema scritto nel DNA: pronipote del leggendario Luchino Visconti, ha scelto di proseguire il cammino familiare con passo sicuro e stile personale.
Laureato in Storia del cinema al DAMS di Bologna, ha fatto il suo esordio sul set di L’ombra del sospetto, ma è con Io sono l’amore che il destino bussa alla porta — o meglio, Luca Guadagnino:
Queste le sue parole in un'intervista per Cineuropa.
Da assistente alla regia a collaboratore strettissimo, Filomarino ha accompagnato Guadagnino in molti dei suoi capolavori: "A Bigger Splash", "Chiamami col tuo nome", "Suspiria". E nel frattempo, ha fatto crescere anche la sua firma autoriale. Il suo primo corto, "Diarchia", conquista Locarno, Sundance e Nastri d’Argento; il suo primo lungometraggio, "Antonia", un biopic poetico e intenso sulla figura di Antonia Pozzi, viene candidato ai Nastri come miglior regista esordiente.
Nel 2021 firma "Beckett", il suo primo film internazionale distribuito da Netflix, con John David Washington e Alicia Vikander. Insomma, non solo “il compagno di” ma un talento con una visione propria, raffinata e sempre un po’ inquieta.
L’incontro tra Luca e Ferdinando sul set di "Io sono l’amore" ha acceso una scintilla che è diventata fiamma. Per oltre un decennio hanno condiviso non solo vita privata, ma anche una visione comune del cinema. Filomarino ha spesso lavorato dietro le quinte nei film di Guadagnino, contribuendo al loro successo come regista di seconda unità o montatore.
Per ben undici anni, infatti, sono stati una delle coppie più riservate e affascinanti del cinema d’autore. Ma proprio quando il pubblico iniziava ad affezionarsi, la storia si è interrotta. Le ragioni della rottura non sono mai state rese pubbliche.
In un’intervista a Vanity Fair, l’unico accenno di Filomarino al rapporto con Guadagnino è stato enigmatico:
Una frase che lascia intendere quanto l’amore sia stato profondo. O forse doloroso. Nessun post, nessuna dichiarazione: solo silenzio e nuovi progetti lavorativi. Da un lato Guadagnino con le sue opere visivamente potenti, dall’altro Filomarino che si sta costruendo una carriera d’autore, lontano dall’ombra dell’ex compagno ma con la stessa passione inarrestabile per il cinema.