La previdenza complementare continua a essere uno strumento di supporto e sostegno alla pensione. Viene sempre più utilizzata e anche incoraggiata, considerando le ultime novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.
I cittadini ricorrono a investire nella pensione integrativa proprio perché le pensioni continuano a essere sempre più basse e si tratta di uno dei pochissimi modi per aumentare la rendita pensionistica e mantenere un tenore di vita adeguato.
In questo articolo facciamo il punto sulla pensione con la previdenza complementare, analizzandone tutti gli aspetti.
Sempre più utilizzata, la previdenza complementare è disciplinata dal decreto legislativo n. 252/2005. Accanto alla pensione base, rappresenta il secondo pilastro del sistema pensionistico con lo scopo di integrare la prima.
Infatti, chi la esercita punta ad assicurarsi un livello adeguato di pensione, per mantenere il giusto tenore di vita. Le pensioni stanno diventando sempre più basse e, in molti casi, insufficienti a far fronte a tutte le esigenze e i costi esorbitanti che la vita ci presenta.
Come si legge sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:
È rivolta a tutti: lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, ma anche a chi percepisce altre forme di reddito. L’adesione è facoltativa e può essere fatta in qualsiasi momento della vita.
Chi decide di andare in questa direzione lo fa per i numerosi vantaggi. Da una parte, la pensione integrativa garantisce maggiore sicurezza per la vecchiaia, avendo la possibilità di avere una seconda pensione, accanto a quella base.
Conviene, infatti, nel momento in cui si ha disponibilità economica e si vuole investire per il proprio futuro, nell’ottica di mantenere uno stile di vita quanto più simile a prima della pensione.
Ci sono, poi, molti vantaggi fiscali. I contributi versati, sia per sé che per i familiari fiscalmente a carico, sono deducibili dal reddito complessivo fino al limite massimo di 5165 euro. Inoltre, i rendimenti sono tassati con un’aliquota agevolata.
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una misura che riguarda esclusivamente i lavoratori statali. In particolar modo, questi hanno la possibilità di maturare il diritto alla pensione di vecchiaia solo sotto il profilo dell’importo soglia e utilizzando i versamenti alla previdenza complementare.
Per effettuare il calcolo, si utilizzano i coefficienti di trasformazione previsti nel momento in cui si va in pensione.
Naturalmente, le forme di previdenza complementare devono mettere a disposizione la proiezione certificata che attesta il valore effettivo della rendita.
La nuova opzione permette a chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996 e ha intenzione di ritirarsi dal mondo del lavoro a 64 anni di utilizzare la pensione anticipata contributiva. In questa maniera, si possono valorizzare i versamenti alla previdenza complementare.
Possono essere utilizzati, però, solo per raggiungere l'importo minimo necessario per uscire dal mondo del lavoro.
La misura non è ancora operativa e si attendono le istruzioni dall'Inps. Tuttavia, spieghiamo bene come funziona. Chi decide di esercitare la nuova opzione ha la possibilità di sfruttare un'opportunità interessante, anche se il nuovo strumento non dà diritto al cumulo tra versamenti obbligatori e integrativi per maturare il requisito dei 20 anni.
Tale opzione, allora, permette di valorizzare i versamenti alla previdenza integrativa per maturare un assegno tale da soddisfare i requisiti di legge e andare in pensione a 64 anni.