11 Apr, 2025 - 10:27

Ora la prostituzione è legale col codice Ateco? Che cos'è e perché un partito già brinda

Ora la prostituzione è legale col codice Ateco? Che cos'è e perché un partito già brinda

La notizia è questa: l'Istat ha attribuito alla prostituzione un codice Ateco sotto la denominazione "servizi di incontro ed eventi simili". Il codice Ateco non è altro che un codice alfanumerico che identifica un'attività economica. L'istituto di statistica lo ha introdotto non solo a fini puramente statistici, ma anche fiscali e amministrativi. In soldoni: chi esercita una professione apre una partita Iva e il codice identifica quest'ultima col settore economico di appartenenza e una sottocategoria.

Insomma: dimmi il tuo codice Ateco e ti dirò chi sei. E col codice 96.99 a chi e a cosa si fa riferimento? Alle attività di escort, organizzazione di eventi di prostituzione, servizi sessuali, incontri e gestione di locali di prostituzione.

Ora, la domanda che sorge spontanea è questa: allora in Italia si è improvvisamente legalizzata la prostituzione?

La risposta è no. O meglio: non ancora. Perché forse è venuta l'ora di farlo.

Il codice Ateco ha legalizzato la prostituzione? Il partito che ci lavora

E insomma: ieri, dall'istituto di via Cesare Balbo diretto da Francesco Maria Chelli, è arrivata questa precisazione:

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Abbiamo recepito dalla classificazione statistica europea delle attività economiche il codice 96.99: 'Altre attività di servizi alla persona'

In Italia la prostituzione è illegale? L'Istat l'ha messa così:

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Si precisa che la classificazione statistica delle attività economiche definita a livello comunitario può includere oltre alle attività legali anche quelle non legali al fine di garantire l’esaustività della classificazione e la piena comparabilità dei dati tra Paesi dell’Ue, indipendentemente dal loro regime normativo

Quindi, nessuna legalizzazione della prostituzione. Ma un ulteriore segno che i tempi sono maturi senz'altro.

Come è regolata oggi la prostituzione in Italia

Ad oggi, rimane in vigore la legge Merlin nell'ambito della prostituzione. Si tratta di una norma del 1958 che non vieta la prostituzione in sè. Ma definisce un reato penale lo sfruttamento. E tra l'altro mette fuori legge le case chiuse. 

Quasi settant'anni dopo, da qui deriva un fenomeno di cui ipocritamente la politica fatica a prendersi carico. Mettendo sostanzialmente fuori legge la prostituzione, in pratica lo Stato l'ha lasciata nelle mani delle organizzazioni criminali che sfruttano soprattutto le donne come peggio non si potrebbe. Spesso costringendole a prostituirsi in strada, davanti agli occhi di tutti e con spettacoli davvero poco edificanti.

E comunque: a fronte di questo, per dire cosa può accadere quando sostanzialmente la politica rinuncia a governare un fenomeno, ogni tanto, spunta un sindaco che, per tutelare il decoro di un quartiere, o parte con le ronde o con le multe agli automobilisti anche nel caso in cui questi ultimi procedano a passo rallentato lungo le strade più hot delle città. Qualcuno si è anche inventato le foto di apparecchi simili agli autovelox da mandare a casa in allegato alla multa.

E vabbè: tutte iniziative buone per avere un titolo di giornale e qualche giornata di notorietà. Di fatto, sotto il vestito degli sceriffi, niente. A guadagnarci da questa pantomima rimane solo chi fa cinema, come Carlo Verdone: questa scena di Grande Grosso e Verdone è stata girata nel 2008

Il partito che è pronto a legalizzare la prostituzione

E quindi: in realtà, molti hanno capito almeno cinque cose. La prima è che la prostituzione non può essere eliminata (oggi, in Italia, sempre secondo l'Istat, vale 5 miliardi di euro). La seconda: è un fenomeno che va governato senza fare finta che non esista. La terza è che, nel farlo emergere, bisogna sottrarlo alle organizzazioni malavitose. La quarta che solo facendo emergere il fenomeno si possono tutelare le sex workers, in primis dal punto di vista sanitario. La quinta che legalizzare la prostituzione sarebbe un ottimo affare per le casse dello Stato.

E quindi: poiché il portafoglio arriva ben prima della coscienza (o della falsa coscienza), la mossa dell'Istat con l'adeguamento del codice Ateco agli standard europei spinge inevitabilmente il Parlamento a legiferare sull'argomento. Anche perché ora ci sarebbe da regolamentare anche fenomeni come OnlyFans.

Sta di fatto che c'è un partito della maggioranza da sempre pronto a legalizzare la prostituzione: si tratta della Lega. 

Salvini tra i baci ai rosari e i suoi sindaci

Insomma, è vero che Salvini bacia crocifissi, mostra rosari e affida l'Italia alla Madonna. Ma i suoi amministratori locali gli chiedono molto più prosaicamente mezzi giuridici per liberare strade e quartieri dalla prostituzione. Una cosa è il teatrino, un'altra la realtà. 

Così, già nel 2015, quand'era all'opposizione del governo Renzi, promosse una raccolta di firme per legalizzare la prostituzione, testimonial la transessuale Efe Bal 

 

E oggi che è al governo è chiamato a passare dalle parole ai fatti. Del resto, Armando Siri, responsabile dei dipartimenti leghisti nonché uno dei suoi consiglieri, è già tornato alla carica:

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La legge Merlin è del 1958. I tempi sono cambiati, la società pure. E in un gran numero di Paesi la prostituzione è un'attività al pari di altre attività economiche

ha dichiarato al Corriere della Sera. Il quale gli ha chiesto: allora, via libera?

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A me pare evidente che non si possa mettere la testa sotto la sabbia di fronte a un fenomeno che continua a proliferare sotto ai nostri occhi. Tra l'altro, ci sono molte persone che esercitano quest'attività, che chiedono a gran voce che il loro reddito emerga in un contesto regolato. Ovviamente, ci vuole una legge, una cornice che spazzi via tutto il marcio che c'è intorno a quest'attività e liberi le persone dal giogo dei criminali: devono poter contare sull'ombrello dello Stato, sul supporto e sulle regole che garantiscano sicurezza e salute

Chissà se un codice Ateco potrà più di mille promesse. 

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