10 Apr, 2025 - 16:30

Case a 1 Euro: i borghi si ripopolano e il PIL cresce con gli stranieri

In collaborazione con
Federica Emeth De Carolis
Case a 1 Euro: i borghi si ripopolano e il PIL cresce con gli stranieri

Il fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri abitati rappresenta una delle maggiori sfide demografiche per l'Italia contemporanea. Secondo i dati ISTAT, negli ultimi 20 anni oltre 2.000 piccoli comuni italiani hanno perso più del 20% della popolazione residente.

Le cause sono molteplici: l'invecchiamento della popolazione (l'età media è di 46,2 anni), la bassa natalità (1,24 figli per donna), e la migrazione interna verso i centri urbani maggiori.

Uno studio della Fondazione ANCI ha evidenziato come il 70% dei comuni italiani con meno di 5.000 abitanti stia affrontando un declino demografico significativo, con conseguenze preoccupanti sul mantenimento dei servizi essenziali, sulla conservazione del patrimonio culturale locale e sulla gestione del territorio.

La SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno) ha calcolato che, mantenendo i trend attuali, entro il 2050 circa 1.500 borghi italiani rischiano di trasformarsi in "paesi fantasma", con meno di 100 residenti.

Case a 1 euro, una strategia innovativa contro l'abbandono 

Per contrastare questo declino, numerosi comuni italiani hanno lanciato negli ultimi anni l'iniziativa delle "case a 1 euro", un progetto che ha rapidamente guadagnato attenzione mediatica internazionale.

Ad oggi sono circa 50 i comuni che hanno adottato questa strategia, da Mussomeli in Sicilia, dove il 40% degli acquirenti di case simboliche ha poi investito in attività commerciali locali, a Fabbriche di Vergemoli in Toscana.

Il meccanismo è semplice: le amministrazioni locali mettono in vendita immobili abbandonati al prezzo simbolico di 1 euro, con l'impegno da parte degli acquirenti di ristrutturarli entro un periodo prestabilito con un investimento minimo garantito (tra i 20.000 e i 25.000 euro).

virgolette
Secondo i dati raccolti dalla piattaforma 1 Euro Houses, il 35% degli acquirenti proviene dall'estero, in particolare da Stati Uniti (12%), Germania (7%), Regno Unito (6%), Belgio (5%) e Australia (5%).

Il Politecnico di Milano, che ha studiato l'impatto economico di queste iniziative, ha stimato che per ogni euro simbolico di vendita si sono generati in media 27.000 euro di indotto economico locale tra ristrutturazioni, acquisti e servizi, con un totale di circa 32 milioni di euro reinvestiti nei piccoli borghi partecipanti.

Nuovi abitanti, nuova vita: il contributo dell'immigrazione straniera

In questo scenario di progressivo abbandono e di iniziative di rivitalizzazione, un fenomeno parallelo sta emergendo come possibile soluzione complementare: l'insediamento di cittadini di origine straniera nei piccoli centri.

Il CENSIS ha documentato come, tra il 2015 e il 2023, in 431 piccoli comuni a rischio spopolamento la popolazione straniera sia aumentata del 47%, controbilanciando parzialmente il calo demografico autoctono.

Significativo è il dato relativo all'età media degli stranieri residenti nei piccoli comuni: 34,5 anni contro i 51,2 degli italiani. Questo contribuisce al ringiovanimento della popolazione e al sostegno della natalità, con un tasso di fecondità tra le donne straniere di 1,98 figli, sensibilmente più alto rispetto alle donne italiane.

Integrazione e ripopolamento: modelli di successo e sfide future

Tuttavia permangono sfide significative: la precarietà abitativa, la sostenibilità economica a lungo termine delle iniziative di ripopolamento, e la necessità di politiche integrate che vadano oltre il semplice incentivo immobiliare. Il futuro di questi fenomeni dipenderà dalla capacità del sistema Italia di trasformare una necessità demografica in un'opportunità di arricchimento sociale, culturale ed economico, come evidenziato dal recente "Piano Nazionale Borghi" che, per la prima volta, include misure specifiche per coordinare iniziative immobiliari simboliche e programmi di inclusione sociale rivolti ai nuovi abitanti, italiani e stranieri.

A cura di Federica Emeth De Carolis

LEGGI ANCHE