La Procura di Pavia lo aveva già annunciato: nell'ambito delle nuove indagini relative all'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nell'agosto 2007, non avrebbe tralasciato nulla. Questo, probabilmente, il motivo che l'ha spinta ad acquisire - oltre al Dna di Andrea Sempio - anche quello del fratello della 26enne, Marco Poggi, e di due suoi amici non indagati.
A riportare la notizia è Rai News, che cita un'informativa del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, menzionata nella memoria depositata ieri, 9 aprile 2025, al gip di Pavia dalla pm Valentina De Stefano e dall'aggiunto Stefano Civardi, in occasione dell'udienza sull'incidente probatorio legato al Dna.
Gli inquirenti avrebbero in pratica acquisito il "materiale biologico" appartenente, oltre che ad Andrea Sempio (attualmente indagato), anche ad altre persone, tra cui, appunto, il fratello della vittima e due suoi amici, M.C. e R.F., che non risultano al momento indagati.
Il motivo è che i loro profili potrebbero tornare "utili ad eventuale attività di comparazione in quanto abituali frequentatori" della villetta in cui si è consumato l'omicidio. A breve, inizieranno infatti gli accertamenti "irripetibili" che la Procura ha chiesto per cercare di chiudere, una volte per tutte, il caso.
Le nuove analisi riguarderanno, in particolare, il Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara e una serie di reperti conservati ma mai esaminati, da cui potrebbe essere estrapolato materiale genetico. Prima del via, si aspetta, però, la decisione del gip, che a giorni si esprimerà sul conferimento dell'incarico al professor Emiliano Giardina.
Durante l'udienza, la Procura ha "ricusato" ieri l'esperto del caso Yara in quanto anni fa, intervistato da Le Iene, avrebbe espresso un suo parere sui temi per i quali ora è stato nominato. Stessa cosa che la difesa di Stasi, condannato in via definitiva per il delitto, ha fatto nei confronti dell'ex generale del Ris Luciano Garofano (nominato da Sempio), poiché ha già lavorato al caso all'epoca dei fatti.
Sempre ieri, davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano, si è discusso dell'istanza di semilibertà presentata dai legali di Stasi, Antonio De Rensis e Giada Bocellari, in vista della fine della pena, prevista, grazie alla buona condotta, attorno al 2028.
Se gli venisse concessa, l'uomo, che ha scontato dieci anni e ormai da mesi esce dal carcere per andare a lavorare, potrebbe trascorrere l'intera giornata all'esterno della struttura di Bollate, rientrando solo alla sera. La Procura, tuttavia, si è opposta e ha chiesto un rinvio del procedimento.
Sebbene le relazioni del personale carcerario siano positive, secondo la pg Valeria Marino, sarebbe necessario svolgere accertamenti sull'intervista rilasciata da Stasi a Mediaset il 22 marzo scorso, senza autorizzazione.
Il problema non riguarda tanto i contenuti - visto che, pur ribadendo la sua innocenza, Stasi ha risposto alle domande in modo controllato, senza fare considerazioni sulla nuova inchiesta -, ma proprio la mancanza di un consenso da parte dell'amministrazione penitenziaria, che non ne sarebbe stata informata.
La decisione è attesa, anche in questo caso, nel giro di qualche giorno. I familiari di Chiara continuano, nel frattempo, a ribadire di credere alla colpevolezza del 41enne e all'innocenza di Sempio, che del resto è stato già prosciolto due volte, nel 2017 e nel 2020.
"I processi si fanno nelle aule", ha dichiarato l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, che li assiste, rivolgendosi ai giornalisti. "Non abbiamo paura della verità: Stasi è il colpevole", ha aggiunto, senza lasciare spazio a dubbi.
Un estratto della puntata della trasmissione "Mattino 5" di ieri, 9 aprile 2025.