09 Apr, 2025 - 14:51

Bonus nido 2025, nuove regole INPS: ricevuta di pagamento invece della fattura? Ecco quando è valida

Bonus nido 2025, nuove regole INPS: ricevuta di pagamento invece della fattura? Ecco quando è valida

Bonus nido 2025 al centro delle novità normative: con una circolare e un successivo messaggio, l’INPS ha aggiornato le indicazioni operative rivolte ai genitori che usufruiscono del contributo per la frequenza all’asilo nido.

Il tema è diventato urgente dal momento che, come confermato dall’Istituto, le nuove domande per il bonus sono in lavorazione a partire dal 2 aprile 2025. Focus principale: quando è sufficiente allegare una ricevuta al posto della classica fattura. La precisazione ha delle conseguenze concrete sulla procedura di rimborso.

Andiamo subito a vedere quali sono queste nuove regole. Prima di farlo, vi lasciamo al video YouTube di Martino Campione su cosa fare per ottenere il contributo in completa autonomia.

Quali sono le nuove regole INPS

Le nuove regole INPS sul Bonus asilo nido 2025 sono state diffuse attraverso due canali ufficiali.

Con la circolare n. 60 del 20 marzo 2025, l’Istituto ha elencato i documenti necessari per richiedere il rimborso del Bonus nido 2025, specificando le modalità corrette per allegarli alla domanda. Successivamente, con il messaggio n. 1165 del 7 aprile 2025, è stato chiarito in quali casi è possibile presentare la ricevuta di pagamento anziché la fattura.

Si tratta di un’informazione attesa da migliaia di famiglie, soprattutto quelle che si affidano a strutture pubbliche o a enti del terzo settore, spesso esonerati dagli obblighi IVA. L’obiettivo dell’INPS è rendere più fluida e trasparente la gestione delle pratiche, riducendo gli errori che in passato hanno causato il rigetto di numerose domande.

Quando si può presentare la ricevuta di pagamento per il Bonus nido 2025

Come anticipato nel precedente paragrafo, il Bonus nido 2025 può essere riconosciuto anche a fronte di una ricevuta di pagamento, ma solo se rilasciata da determinati soggetti.

La nuova regola INPS si applica alle strutture che:

  • sono riconosciute da pubbliche amministrazioni;
  • fanno parte del terzo settore di natura non commerciale;
  • beneficiano dell’esenzione IVA secondo l’articolo 10, comma 1, n. 20 del DPR 633/1972;
  • sono dispensate dall’obbligo di fatturazione (art. 36-bis del medesimo decreto).

La ricevuta per essere accettata deve contenere i seguenti dati:

  • nome, cognome e codice fiscale del richiedente;
  • nome e codice fiscale del minore iscritto;
  • denominazione della struttura;
  • importo della retta, con indicazione del mese di riferimento;
  • descrizione dettagliata del servizio (es. “frequenza asilo nido con mensa”).

Ogni ricevuta che non presenta una o più di queste voci sarà ritenuta non valida, compromettendo la possibilità di ottenere il rimborso del Bonus nido 2025. La precisione nella compilazione è quindi fondamentale per evitare disguidi.

Come richiedere il pagamento del Bonus nido 2025

Il genitore richiedente deve seguire una procedura rigorosa per ottenere il riconoscimento del Bonus nido 2025. Due i punti principali da rispettare:

  • le spese devono essere sostenute dalla stessa persona che ha presentato la domanda;
  • il richiedente deve essere intestatario di ogni documento presentato.

La documentazione deve essere inviata esclusivamente in formato digitale, tramite:

  • il portale online dell’INPS;
  • l’app “INPS Mobile”, sezione Bonus nido.

Qualsiasi altra modalità (email, PEC, fax, raccomandate) non è valida. La scadenza per allegare i documenti relativi all’anno 2025 è fissata al 30 aprile 2026. Oltre quella data, la richiesta non potrà più essere accolta dall'INPS.

Quali spese copre 

Il Bonus nido 2025 rimborsa solo le spese effettivamente sostenute e documentate. Le spese devono essere tracciabili e non possono comprendere prestazioni non dichiarate fiscalmente. Sono ammesse:

  • la retta mensile per l’asilo nido;
  • eventuali costi per il servizio mensa, se previsto;
  • l’importo dell’imposta di bollo;
  • l’IVA agevolata.

Sono invece escluse dal rimborso:

  • le quote di iscrizione;
  • le spese per servizi di pre e post scuola;
  • l’IVA ordinaria, salvo eccezioni specifiche.

Il bonus INPS viene riconosciuto entro un tetto massimo stabilito in base all’ISEE familiare. Non è possibile ricevere un importo superiore a quanto effettivamente versato.

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