09 Apr, 2025 - 14:18

Jane Alexander, la malattia e la morte della sorella e del padre

Jane Alexander, la malattia e la morte della sorella e del padre

Jane Alexander, attrice britannica naturalizzata italiana e celebre per il ruolo della marchesa Lucrezia Van Necker nella serie Elisa di Rivombrosa, ha affrontato numerosi drammi personali nel corso della sua vita. Sebbene non abbia sofferto direttamente di una grave malattia fisica, ha combattuto contro l'alcolismo e si è trovata a fare i conti con il dolore per la perdita di persone care, tra cui suo padre e sua sorella May May, entrambi deceduti a causa del cancro. In particolare, la storia della sorella rappresenta uno dei capitoli più dolorosi della sua vita.

Come è morta May May, sorella di Jane Alexander?

Uno degli episodi più devastanti nella vita dell'attrice è stato la morte della sorella May May nel 2007, all'età di 42 anni, a causa di un cancro. La vicenda è stata resa ancora più dolorosa da circostanze particolari che hanno impedito alla sorella di ricevere cure adeguate. May May era caduta vittima di una setta che le aveva fatto credere che gli alieni l'avrebbero guarita dalla malattia. Convinta da queste false promesse, aveva scelto di non sottoporsi ai trattamenti medici necessari.

Jane Alexander ha raccontato che sua sorella era una donna intelligente e stimata: lavorava alla FAO e aveva partecipato a missioni importanti in Ruanda. Nonostante ciò, la setta riuscì a manipolarla sfruttando le sue debolezze emotive. Questo portò May May ad allontanarsi dalla famiglia e dagli amici, rendendo impossibile un intervento tempestivo per salvarla.

Il senso di colpa per la perdita della sorella

La morte della sorella ha lasciato un segno indelebile nella vita di Jane Alexander. L'attrice ha confessato di sentirsi in parte responsabile per quanto accaduto. Durante un litigio con May May, Jane pronunciò una frase terribile: "Spero sia cancro", senza sapere che quella sarebbe stata la diagnosi definitiva pochi giorni dopo. Questo episodio alimenta ancora oggi un profondo senso di colpa nell'attrice, che si rimprovera di non aver fatto abbastanza per aiutare sua sorella.

Jane ha dichiarato che l'ultima volta che vide sua sorella fu il giorno prima della sua morte, il 29 marzo 2007. In quell'occasione notò la presenza di membri della setta accanto a May May, persone che continuavano a influenzarla negativamente fino alla fine. Nonostante i suoi tentativi di indagare sulla setta e denunciarne le attività, Jane non è riuscita a ottenere giustizia per sua sorella.

La battaglia contro l'alcolismo

Jane Alexander ha apertamente ammesso di aver avuto problemi di alcolismo, una condizione che ha definito una vera e propria malattia. In diverse interviste televisive e nel suo libro autobiografico Jane, ha raccontato di aver vissuto un periodo buio caratterizzato dal binge drinking: usciva la sera, iniziava a bere e non riusciva a smettere. Questo comportamento, pur non manifestandosi ogni giorno, le causava gravi difficoltà emotive e relazionali.

L'attrice ha spiegato che spesso si cercava una scusa per bere, che fosse un compleanno, una gioia o una delusione. Solo dopo aver riconosciuto la gravità del problema, Jane ha deciso di chiedere aiuto. Ha partecipato a incontri degli Alcolisti Anonimi e ha iniziato un percorso terapeutico che includeva l'uso di psicofarmaci sotto prescrizione medica. Grazie al supporto del suo compagno Gianmarco Amicarelli e alla sua determinazione, è riuscita a superare la dipendenza dall'alcol. Oggi Jane Alexander si definisce "rinata" e vive una vita libera dall'abuso di sostanze.

Un percorso verso la rinascita

Nonostante i drammi personali vissuti, Jane Alexander è riuscita a trovare un equilibrio nella sua vita grazie alla forza interiore e al supporto delle persone care. Ha scelto di condividere le sue esperienze attraverso il libro autobiografico Jane, nel quale racconta i momenti più difficili della sua esistenza e il percorso verso la guarigione emotiva.

Oggi l'attrice continua ad essere attiva nel mondo dello spettacolo e si dedica anche alla scrittura e al doppiaggio. La sua storia rappresenta un esempio di resilienza: Jane non solo ha superato le sue dipendenze personali ma ha anche trovato il coraggio di affrontare pubblicamente i suoi sensi di colpa e il dolore per la perdita delle persone amate.

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