09 Apr, 2025 - 12:54

"Mon Amour, Trump": Meloni, Salvini e il ballo del bacio per scongiurare i dazi

"Mon Amour, Trump": Meloni, Salvini e il ballo del bacio per scongiurare i dazi

Sul grande palco delle relazioni internazionali, c'è chi giura amore eterno alla democrazia europea e chi invece preferisce cantare “Mon amour, baciami ancora” a Donald Trump, proprio come fatto da Annalisa sul palco di Sanremo. Solo che oggi il palco è quello della Casa Bianca e i sovranisti italiani sono impegnati in un esasperante lento.

All'orizzonte si profila una scena già vista altre volte: leader politici in fila per ricevere una carezza dal presidente statunitense, mentre mezza Europa s'indigna e l'altra prepara boicottaggi contro i prodotti made in USA e contro i dazi statunitensi.

Il fatto che la premier Meloni volerà a breve a Washington per incontrare Trump non è un buon segno secondo le opposizioni. Da Francesco Boccia (PD) a Matteo Renzi (Italia Viva), passando per Peppe De Cristofaro di AVS e Benedetto Della Vedova di +Europa, si sottolinea in coro che Meloni rischia di non fermarsi alla pantofola del presidente USA…

“Mon amour, baciami ancora”: l’Italia sovranista alla corte di Trump

C'è chi la chiama realpolitik, chi un puerile svendersi alla clemenza del padrone di turno. Il viaggio del 17 aprile 2025 a Washington per Giorgia Meloni non si annuncia facile. La premier non soltanto deve tenere a bada l'attivismo di Matteo Salvini e della Lega, che puntano a incontrare il vicepresidente statunitense JD Vance, ma anche le critiche delle opposizioni sulla strategia attendista dell'esecutivo nei riguardi dei dazi applicati dagli Stati Uniti.

I Paesi nordici, come Svezia, Norvegia e Danimarca, hanno visto un certo fermento fra i cittadini, che hanno promosso gruppi Facebook in cui indicare quali prodotti statunitensi boicottare. L’azienda norvegese Haltbakk Bunkers ha nel frattempo annunciato che non venderà più carburante alle imbarcazioni militari statunitensi, imbarazzando il proprio governo.

Nel frattempo, nel mondo reale, la Cina risponde con dazi del 34%, l'export americano si prepara al peggio e le borse mondiali ballano peggio del festival di Sanremo. I dazi americani sono arrivati al 104% sulle importazioni dalla Cina, e anche l'Europa non se la passa bene: è prevista una tariffa del 20%, con punizioni extra per altri 50 Paesi.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si prepara così a volare a Washington con un sorriso stampato e il cappello in mano, un viaggio che sta creando più di qualche imbarazzo. Specie dopo le ultime dichiarazioni di Trump: “Mi stanno baciando il culo”, ha dichiarato riferendosi ai leader stranieri che cercano clemenza per il proprio Paese contro i dazi.

Opposizioni all'attacco: "Meloni negli USA per chiedere l'elemosina"

Il problema, secondo le opposizioni, non è il cappello, ma la genuflessione. “Trump ha detto chiaramente che i leader stranieri lo chiamano per baciargli il... fondoschiena”, ricorda il segretario di +Europa Riccardo Magi, "e Meloni è la prima della fila". Benedetto Della Vedova rincara la dose: "Che ci va a fare? A chiedere qualche sconticino da vendere come interesse nazionale?.

L'atteggiamento da "sudditi del sovranismo americano", come affermato da Matteo Renzi, non solo indebolisce l'Italia sul piano internazionale, ma mette a rischio anche il portafoglio delle imprese e dei consumatori. La Codacons ha lanciato il primo di una serie (forse) lunga di allarmi: se Europa e USA si impegnassero in una guerra commerciale, aumenteranno i prezzi di ketchup, rossetti, scarpe, jeans, cioccolato, vodka e persino dei peluche per bambini.

Se nei supermercati danesi cominciano già ad apparire asterischi neri sui prodotti americani, per orientare i consumatori in un consumo "etico", qui da noi si assiste alla rassegna degli abbracci strategici. Il presidente statunitense dice peste e corna di nemici e alleati, ma alcuni dei nostri politici - come Salvini e Meloni - sono pronti a volare negli Stati Uniti pur di ottenere uno "sconticino" sui dazi.

Accusa Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi e Sinistra: "La destra ha scelto una strada subalterna al trumpismo. Invece di fare gli interessi del Paese e dell’Ue, Meloni pensa di fare da sola in un rapporto diretto con il Presidente americano".

Elena Bonetti di Azione sottolinea l'assurdità dell'approccio bilaterale tanto decantato dalla Lega: "L’errore più grande di Meloni sarebbe trattare da sola. Serve un’Europa compatta, non una premier che va a Washington a chiedere favori", mentre Francesco Boccia del PD usa una metafora medievale per spiegare cosa sta succedendo: "Ogni Paese deve ‘baciare la pantofola’ per ottenere una concessione. Un ritorno al servilismo feudale".

Il governo italiano fra attendismo e prime reazioni

L'idea dell'esecutivo sarebbe di stornare 32 miliardi di euro dai Fondi di Coesione e dal PNRR per fornire i primi sostegni alle aziende che temono danni economici ingenti a causa dei dazi statunitensi. Essendo impraticabile una riforma o una sospensione del Patto di Stabilità, la strada che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti può percorrere è alquanto stretta.

Il paradosso è però evidente: mentre l'Europa cerca compattezza, i sovranisti nostrani si illudono che l'amicizia personale con il presidente americano possa salvare l'Italia dalla valanga dei rincari. Ma, come cantava Annalisa, “Mon amour, tu mi hai lasciato da sola”... D'altronde non sarebbe la prima volta che Trump, dopo un sorriso in pubblico, lascia gli alleati europei a fare i conti con l'aumento dell'IVA sui cereali da colazione.

In fondo, questa prima parte del 2025 di politica internazionale e non solo sembra essere stata scritta da uno sceneggiatore con uno spiccato gusto per il grottesco. I leader che promettevano fuoco e fiamme, pugni sul tavolo e di fare la voce grossa si sono ritrovati a fare la fila per incontrare il prima possibile The Donald: con quale dignità, è difficile descriverlo non ricorrendo a scurrilità.

I nostri sovranisti sognano l'America, ma rischiano di svendere l'Italia, dove il dibattito si concentra su quanta "amicizia" personale possa racimolare la premier Meloni dalla sua trasferta americana. 

I tre punti salienti dell'articolo

  • Meloni e il corteggiamento a Trump - Giorgia Meloni si prepara a volare a Washington per incontrare Donald Trump, in un contesto segnato da crescenti dazi americani e tensioni commerciali. L’opposizione critica duramente la scelta, parlando di “genuflessione” e “servilismo” verso gli Stati Uniti.

  • Boicottaggi e reazioni europee - Mentre in alcuni Paesi europei (come Norvegia e Danimarca) cittadini e aziende avviano boicottaggi contro i prodotti americani, l’Italia si distingue per un atteggiamento arrendevole, sperando in sconti o concessioni individuali, invece di un’azione comune europea.

  • Rischi economici e diplomatici - Le opposizioni accusano il governo di voler vendere “l’interesse nazionale” per ottenere vantaggi momentanei. Il timore è che la strategia di Meloni danneggi l’Italia, aumenti i prezzi per i consumatori e isoli il Paese sul piano internazionale.

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