08 Apr, 2025 - 19:35

Chi ha messo Travaglio, Conte & co. fuori dalla storia: "Alla manifestazione lo slogan più cretino di sempre"

Chi ha messo Travaglio, Conte & co. fuori dalla storia: "Alla manifestazione lo slogan più cretino di sempre"

Non bisogna per forza essere esperti di Thomas Hobbes per constatare che homo homini lupus: l'uomo non ha peggior nemico dell'uomo. Fatto sta che alla manifestazione di sabato del Movimento Cinque Stelle, uno degli slogan più gettonati è stato: "Fuori la guerra dalla storia". E, giustamente, è stato definito "il più cretino di sempre".

Chi ha dato questo giudizio tranchant? L'editorialista de La Stampa Mattia Feltri. Uno che di manifestazioni (e di slogan) se ne intende perché nel pezzo che ha firmato oggi, ha confidato di vivere a Roma lungo una strada dove "transitano manifestazioni tre sabati sì e uno no".

In ogni caso, in questa sede, ci si chiede: certo che "fuori la guerra dalla storia" è uno slogan quantomeno utopistico, ma quando è davvero preoccupante? Quando lo pronuncia un manifestante qualsiasi, magari adolescente; quando lo pronuncia un politico; quando lo pronuncia un giornalista militante; o quando lo pronuncia uno storico che pretende di parlare da storico come è capitato sabato alla manifestazione dei 5 Stelle quando ha preso la parola Alessandro Barbero?

Ecco: forse la classifica e la denuncia di Mattia Feltri avrebbero avuto ancora più senso se avessero tenuto conto anche di questo.

Travaglio e Conte "fuori dalla storia" con lo slogan più cretino di sempre

E insomma, cosa ha scritto oggi Mattia Feltri nella sua abituale rubrica in prima pagina sulla Stampa

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Ho la fortuna di avere apprezzato l'intera casistica degli slogan prodotti dall'uomo che protesta. E ci sono voluti due decenni perché potessi proclamare di avere ascoltato lo slogan più cretino di sempre, nella solida previsione che nessun altro slogan cretino potrà mai essere altrettanto cretino, e nonostante la fisiologica cretineria degli slogan da corteo

Come detto: Feltri ha dato la palma del più cretino di sempre a "fuori la guerra dalla storia" pronunciato sabato scorso al corteo dei 5 Stelle e di buona parte del centrosinistra italiano.

Ora, però: lo stesso Feltri non ha fatto alcuna distinzione. Ha sostenuto che "fuori la guerra dalla storia" è lo slogan più cretino di sempre chiunque lo pronunci, sempre e comunque: senza assegnare alcuna aggravante a seconda di chi lo ripete.

L'accusa di Feltri 

Di conseguenza, Mattia Feltri, ha rischiato di fare di tutta l'erba un fascio quando l'ha messa così:

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Dopo tanti anni, il popolo di Beppe Grillo è diventato il popolo di Giuseppe Conte, ma ancora non ha imparato dalle proprie minchiate, e continua a riproporsi obiettivi di portata evangelica. Un politico di media levatura e un elettore di qualche maturità dovrebbero partire dal presupposto che l'unico modo di affrontare un problema è saperlo di non poterlo risolvere. È impossibile abolire la povertà, impossibile cancellare la corruzione, impossibile raggiungere l'uguaglianza. Quando lo si è capito, di solito entro il ginnasio, nel caso dei Cinque Stelle entro la scorsa legislatura (ce lo si augurava), si è già compiuto il primo passo per avere un po' meno povertà, un po' meno corruzione, un po' più di uguaglianza. Buttare la guerra fuori dalla storia può essere soltanto l'obiettivo di chi fuori dalla storia ci ha piantato le tende: lì vien facile bearsi della propria rettitudine

Il ragionamento di Feltri è ineccepibile. Sennonché, come non si può abolire la povertà, cancellare la corruzione e raggiungere l'uguaglianza, non si può nemmeno cancellare la demagogia e il populismo dalla politica. In democrazia, la si può solo limitare al minimo indispensabile, con un elettorato maturo, un dibattito non inquinato da fake news, e politici un tantino responsabili, capaci di non parlare alla pancia delle persone, ma alla testa. Insomma: a sua volta un'utopia.

Di Conte e di Travaglio il mondo sarà sempre pieno. Ma, in democrazia, sarebbe auspicabile non cancellarli (come ha detto Carlo Calenda in maniera cretina, per dirla con Feltri): basterebbe non fargli mai avere il numero di voti necessario per andare al governo, metterli in minoranza.

Il caso Barbero

In fondo, Conte e Travaglio, quando si beano della manifestazione con lo slogan più cretino di sempre "fuori la guerra dalla storia", non fanno altro che il loro lavoro. Il primo è un politico cinicamente a caccia di voti. Il secondo è un giornalista cinicamente a caccia di lettori. Brutto, ma ci sta. In un sistema democratico, per dirla alla romana: che gli voi dì?

E detto questo: né Feltri né altri se la possono prendere più di tanto con il manifestante-tipo di sabato che magari, avendo vent'anni, sogna ad occhi aperti di mettere davvero la guerra fuori dalla storia oppure ha solo colto l'occasione di sfogare le proprie frustazioni in piazza (tant'è che un altro slogan molto gettonato è stato "aridatece er Reddito di cittadinanza", vedi Rita De Crescenzo

Che gli vuoi dì anche a loro? 

Quello che, piuttosto, lascia basiti della manifestazione di sabato e che meriterebbe il massimo della riprovazione è stato che lo slogan più cretino di sempre "fuori la guerra dalla storia", concettualmente, sia stato ripetuto da uno storico di fama come Alessandro Barbero.

Quest'ultimo, nelle vesti di uomo di scienza, è stato protagonista del pomeriggio dei 5 Stelle con una sorta di lectio magistralis di storia (qui le sue parole) che di storico aveva ben poco visto che i sette minuti in cui è stato collegato con la piazza li ha utilizzati tutti all'insegna della peggior demagogia, sull'importanza di non armarsi per mantenere la pace, a dire peste e corna dell'Occidente e nemmeno una parola contro Putin che, dopo l'invasione dell'Ucraina, è colui il quale continua ad armarsi di più al mondo.

Ora: passi che a pronunciare quel discorso sia un semplice manifestante, passi che lo faccia un giornalista schierato e, ancor più, un politico demagogo e populista. Ma ascoltarlo da uno storico è senz'altro un'aggravante: uno storico fuori dalla storia forse è troppo anche nel giorno della piazza con "lo slogan più cretino di sempre".

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