La storia dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come "Diabolik", leader degli ultras della Lazio e figura controversa nel panorama criminale romano, ha scosso profondamente l'opinione pubblica e le istituzioni italiane. Il suo assassino, identificato come Raul Esteban Calderon, alias Gustavo Alejandro Musumeci, è stato condannato all'ergastolo nel marzo 2025 per l'omicidio avvenuto il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti di Roma.
Fabrizio Piscitelli è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca mentre era seduto su una panchina del parco. L'assassino, travestito da runner per confondersi tra i frequentatori del luogo, lo ha colpito alle spalle in pieno giorno, in un'azione descritta dagli inquirenti come estremamente professionale e fredda. Il delitto è stato interpretato come un regolamento di conti all'interno del mondo criminale romano, segnando uno spartiacque negli equilibri tra le organizzazioni malavitose della capitale.
Raul Esteban Calderon, la cui vera identità è Gustavo Alejandro Musumeci, è un cittadino argentino con una carriera criminale consolidata. Descritto dai magistrati come un killer professionista, Calderon era noto per la sua capacità di eseguire omicidi su commissione con precisione e freddezza. Prima dell'arresto nel dicembre 2021, viveva in Italia sotto falso nome ed era pronto a fuggire all'estero. La sua figura emerge in un contesto di intrighi e tradimenti legati al controllo del narcotraffico e delle piazze di spaccio romane.
L'indagine che ha portato alla condanna di Calderon si è basata su una serie di prove schiaccianti. Tra queste, un video di sorveglianza che ha immortalato il killer durante l'esecuzione e la fuga. Un dettaglio cruciale è stato il tatuaggio sul polpaccio destro dell'assassino, coperto da una fasciatura visibile nelle immagini. Inoltre, le dichiarazioni della sua ex compagna hanno contribuito a consolidare il caso contro di lui: la donna ha riferito che Calderon le aveva confessato l'omicidio e che aveva ricevuto una somma di denaro dai mandanti per il suo "lavoro".
Secondo i magistrati, l'omicidio di Piscitelli non è stato un semplice atto isolato ma una vera e propria "sanzione" nel mondo della criminalità organizzata. Diabolik era considerato un leader carismatico e influente, capace di mediare tra gruppi mafiosi rivali come i Casamonica e i clan di Ostia. Tuttavia, questa sua posizione lo aveva reso inviso a molti, portandolo a essere visto come una minaccia per gli equilibri consolidati. La sua morte è stata interpretata come un avvertimento per chiunque osasse sfidare l'autorità delle principali consorterie criminali romane.
Calderon è stato arrestato nel dicembre 2021 dopo due anni di indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Roma. Durante il processo, iniziato nel 2023, l'imputato si è dichiarato innocente e ha negato ogni coinvolgimento nell'omicidio. Tuttavia, le prove raccolte hanno convinto la Corte d'Assise a emettere una condanna all'ergastolo nel marzo 2025. Nonostante ciò, i giudici non hanno riconosciuto l'aggravante del metodo mafioso contestata dalla procura.
L'uccisione di Fabrizio Piscitelli rappresenta uno dei capitoli più oscuri della recente storia criminale italiana. La sua figura era al centro di un intreccio complesso tra ultrà calcistici e organizzazioni mafiose. Leader degli "Irriducibili", il gruppo ultras della Lazio noto per la sua violenza e ideologia estrema, Piscitelli era anche coinvolto nel traffico internazionale di droga in collaborazione con camorra, 'ndrangheta e gruppi albanesi.
La sua morte ha scatenato una serie di eventi che hanno portato alla riorganizzazione degli assetti criminali nella capitale. Come sottolineato dal pubblico ministero Mario Palazzi durante il processo, l'omicidio di Diabolik non solo ha segnato uno spartiacque per le dinamiche interne della malavita romana ma ha anche rappresentato un messaggio inequivocabile: chiunque sfidi gli equilibri consolidati rischia conseguenze letali.