Sono passati dodici lunghi anni dalla scomparsa di Tindaro Bisazza, svanito da Castanea delle Furie, frazione in provincia di Messina, l'8 aprile 2013.
L'uomo si era allontanato da un centro riabilitativo nei pressi del comune di 2.000 abitanti e non vi aveva più fatto ritorno.
La sua sparizione aveva suscitato immediata preoccupazione nei suoi cari e negli operatori della struttura, e la relativa denuncia era stata presentata alle forze dell'ordine.
Bisazza era ospite dell'RSA da soli quattro giorni, mentre i familiari, parallelamente, erano convinti che l'uomo fosse tutelato e al sicuro.
Quel lunedì Tindaro è uscito intorno alle 4 del mattino, in piena notte fonda, eludendo i potenziali controlli dei sanitari.
Da quel momento in poi non si è più saputo nulla di lui: nessun avvistamento, nessuna segnalazione, nulla che potesse contribuire alle sue ricerche.
Al momento della scomparsa, Tindaro Bisazza indossava una maglia scura, presumibilmente blu, pantaloni della tuta verdi e scarpe da ginnastica nere.
A onor del vero, è opportuno delineare anche l'abbigliamento indossato dall'uomo all'epoca, per mantenere vivi i dettagli relativi alla scomparsa.
È alto un metro e 80, corporatura esile, ha occhi e capelli castani e, rispetto alla foto disponibile, portava baffi e pizzetto.
Nel cuore dei familiari, il ricordo di Tindaro Bisazza è più vivo che mai: nessuno lo ha mai dimenticato, né ha abbandonato il desiderio di ritrovarlo e di conoscere la verità.
La sorella è stata intervistata dalla troupe della trasmissione Chi l'ha visto? nel 2021 e, nell'appello, ha chiesto di ricevere qualsiasi informazione relativa alla scomparsa dell'amato fratello.
Ha sottolineato che, senza il ritrovamento di un cadavere, non si darà mai per vinta e che, per lei, il fratello potrebbe essere ovunque oggi, forse alla ricerca di aiuto.
Il Tribunale di Messina ha dichiarato la morte presunta di Tindaro Bisazza nell'anniversario dei dieci anni dalla sua scomparsa.
L’ordinanza è stata emessa il 14 novembre 2023 e notificata il giorno successivo, nell'ambito del procedimento n. 3518/2023 R.G.C.A.
L’istanza, presentata dall’avvocato Marisa Bonasera per conto della famiglia, è stata accolta dopo oltre un decennio di silenzi e ricerche senza esito.
Chiunque avesse avuto informazioni utili era comunque invitato a comunicarle al Tribunale di Messina entro sei mesi dalla pubblicazione dell'atto.
Sebbene la dichiarazione di morte presunta sia stata formalmente emessa, chiunque fosse a conoscenza di informazioni relative al signor Bisazza può comunicarle ai familiari o direttamente alle forze dell'ordine, contattando il servizio d'emergenza 112 o il comando locale più vicino.
Come può un uomo, ricoverato in una RSA, svanire nel nulla? Come è possibile che nessuno lo abbia più visto o sentito?
A volte, quando i riflettori si spengono, alcune vicende finiscono nel baratro del dimenticatoio.
Ma per la famiglia di Tindaro, il ricordo è sempre vivido, e la speranza di conoscere la verità non si è mai spenta.
Negli ultimi mesi, si sono verificati altri episodi simili a quello di Tindaro Bisazza, evidenziando una criticità nella gestione delle strutture riabilitative.
Uno dei casi più drammatici riguarda Raffaele Petroccione, un ottantunenne scomparso e ritrovato privo di vita dopo essersi allontanato dalla struttura che lo ospitava. Un mistero inquietante circonda la sua fuga: l'uomo sarebbe riuscito a scappare attraverso un buco nella recinzione, circostanza che ancora oggi solleva dubbi e interrogativi.
Questi episodi sollevano una questione urgente: come è possibile che persone vulnerabili possano allontanarsi senza che nessuno se ne accorga?
Servono maggiori controlli e protocolli più rigidi per tutelare chi, per motivi di salute, vive lontano dalla famiglia e necessita di cure specialistiche non replicabili a casa. La sicurezza degli ospiti deve essere una priorità assoluta, affinché casi come questi non si ripetano.