08 Apr, 2025 - 11:43

Genitori di Fabrizio Piscitelli: chi sono il padre e la madre di Diabolik?

Genitori di Fabrizio Piscitelli: chi sono il padre e la madre di Diabolik?

Fabrizio Piscitelli, meglio conosciuto come Diabolik, è stato uno dei personaggi più discussi e controversi della cronaca italiana recente. Ex leader degli Irriducibili della Lazio, figura carismatica e al contempo oscura, la sua vita è stata avvolta in un alone di mistero, culminato tragicamente con la sua morte violenta nell’agosto del 2019. Ma chi erano i genitori di Fabrizio Piscitelli? Da dove arrivava questo ragazzo romano che sarebbe poi diventato un simbolo di una certa cultura ultras e criminale?

Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro, alle radici familiari di Diabolik, un contesto che, sebbene lontano dalle luci della ribalta, ha avuto senza dubbio un peso nella sua formazione personale.

Fabrizio Piscitelli: origini e genitori

Fabrizio Piscitelli nasce il 24 agosto 1966 a Roma, in una famiglia di origini popolari. I suoi genitori, di cui si sa relativamente poco, erano persone comuni, lontane da qualsiasi contesto criminale o mediatico.

Suo padre, 92enne, è un uomo semplice, di professione operaio. Secondo alcune fonti, lavorava in un’officina meccanica della periferia romana. Una figura che rappresentava quell'Italia laboriosa del dopoguerra, fatta di fatica, dedizione e pochi fronzoli. La madre, invece, ha 85 anni ed è una casalinga, una donna che si occupava della casa e della crescita dei figli, mantenendo uno stile di vita riservato e modesto.

Nonostante Fabrizio sia poi diventato un personaggio noto — e controverso — è importante sottolineare che i suoi genitori non ebbero mai legami con il mondo della criminalità o delle curve ultras. La loro esistenza si svolse ai margini della notorietà che avrebbe poi travolto il figlio.

Una famiglia come tante, ma un figlio diverso

Piscitelli cresce in un ambiente familiare che, almeno in apparenza, offre stabilità e valori tradizionali. Tuttavia, già durante l’adolescenza, Fabrizio mostra un’indole ribelle e una forte attrazione per i movimenti di strada, il tifo organizzato e quella cultura del conflitto e dell’appartenenza che esplodeva negli anni '80 all'interno degli stadi italiani.

Non sono molti i racconti su eventuali tensioni familiari. Quel che è certo è che i suoi genitori, pur cercando di indirizzarlo su una strada più convenzionale, non riuscirono a trattenerlo dal seguire la sua inclinazione naturale verso un’esistenza fuori dagli schemi.

In diverse interviste e resoconti giudiziari, emerge l'immagine di genitori preoccupati ma impotenti di fronte a un figlio che, molto presto, aveva scelto la sua strada, costruendo intorno a sé un’identità forte e indomabile.

La scelta di un nome: Diabolik

Il soprannome Diabolik è emblematico della personalità di Fabrizio Piscitelli. Il riferimento al celebre fumetto italiano, incentrato su un ladro geniale e imprendibile, racconta molto della sua visione di sé stesso. Fabrizio non voleva essere semplicemente un capo ultras o un "boss" da cronaca nera: ambiva a essere una leggenda, un simbolo di sfida all’autorità e alle regole.

Questa volontà di "diventare un personaggio" fu probabilmente anche una forma di rottura, consapevole o meno, rispetto alla normalità rappresentata dai suoi genitori. Mentre loro conducevano una vita anonima e onesta, lui scelse il carisma, il potere, e infine, purtroppo, la tragedia.

Le dichiarazioni dopo la morte del figlio

Nel 2019 Fabrizio Piscitelli fu assassinato con un colpo di pistola alla testa, mentre era seduto su una panchina al Parco degli Acquedotti. I genitori commentarono così l'omicidio:

virgolette
Nel silenzio ingombrante sulla morte di nostro figlio, interrotto solo da gettate di fango periodiche, diamo sfogo al nostro dolore. Da fonti accertate ci risulta Fabrizio volesse abdicare al 'trono' (usiamo questo termine per essere sintonici con chi lo ha definito 'quinto re di Roma').
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