Il campo largo è entrato in una nuova fase, e a imporla con forza è stato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. Una fase in cui la leadership del centrosinistra non è più appannaggio esclusivo del Partito Democratico e della sua segretaria Elly Schlein.
A fare da spartiacque, tra un prima e un dopo, ci sono una piazza e centomila persone, quelle che sabato 5 aprile sono arrivate a Roma da tutta Italia per rispondere all’appello pacifista di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle.
Dal palco del Circo Massimo, il leader M5S ha lanciato la sua sfida a Elly Schlein, rivendicando la leadership del centrosinistra. Portare centomila persone in piazza non è un’impresa da poco, e forse nessuno - tra alleati e avversari - si sarebbe aspettato una partecipazione tanto numerosa. Con la sua manifestazione, Conte ha rilanciato il movimento e riconquistato la fiducia degli elettori, che hanno risposto entusiasti al suo appello.
Il 5 aprile ha probabilmente cambiato gli equilibri interni al centrosinistra in modo definitivo, proprio nel momento in cui si prepara l'alternativa di governo per le elezioni politiche del 2027.
La leadership dell'opposizione non è più solo un affare del PD, ma sembra essere diventata una corsa a due. Il PD conserva ancora un certo vantaggio, ma quanto durerà?
Centomila persone sono troppe per poterle ignorare. Con la manifestazione di sabato scorso a Roma, il Movimento 5 Stelle ha mandato un messaggio chiaro agli alleati e agli avversari: il movimento c’è e gode di ottima salute nonostante i profeti di sventura, che innumerevoli volte lo avevano dato per morto.
Dal palco del Circo Massimo, arringando al suo popolo, Giuseppe Conte ha segnato un punto pesantissimo nella partita politica con la segretaria del Pd, Elly Schlein che ha preferito non partecipare alla manifestazione, nonostante i ripetuti inviti.
Ha detto l’ex presidente del Consiglio che, poi ha ribadito il concetto anche in altri momenti del lungo intervento.
ha rimarcato.
Il messaggio che potrebbe arrivare a Elly Schlein suonerebbe così: 'L’alternativa a Giorgia Meloni sono io'
La piazza del Circo Massimo ha restituito a Giuseppe Conte una nuova centralità politica, mettendo in discussione l'egemonia storica del Partito Democratico e della sua segretaria Elly Schlein. Non solo una manifestazione pacifista, ma un vero e proprio punto di svolta nella corsa alla leadership dell’opposizione.
La sfida è aperta: è davvero il Pd a dettare la linea del centrosinistra, o Conte è riuscito a riscrivere gli equilibri interni alla coalizione, segnando l’inizio di una nuova era politica?
“Non lo hanno visto arrivare”. Sembra essere un pò questa la sensazione in casa Pd, dove forse non si aspettavano un simile successo per la manifestazione di Giuseppe Conte.
Elly Schlein non ha partecipato, ma ha mandato una delegazione, lasciando al leader M5S tutta la scena. I motivi che hanno tenuto la segretaria dem lontana dal Circo Massimo sono evidenti nelle divisioni, all’interno del partito, sulla posizione da tenere in merito al riarmo europeo. Posizione che vede la linea ufficiale del partito in sintonia con quella del M5S, ma che ha creato una crepa profonda con quella parte di partito che, invece, sta dalla parte dell’Europa disegnata da von der Leyen. A preoccupare la segretaria, probabilmente, anche le possibili ambiguità nei confronti di Putin e della sua invasione dell’Ucraina.
Insomma, l’assenza di Elly Schlein è stata notata soprattutto nel PD e tra gli elettori democratici. Un’assenza che con il senno di poi potrebbe rivelarsi debolezza nei confronti dell’alleato.
Il punto, però è un altro, ovvero: perché il Partito Democratico in questi mesi ha lasciato ad altri l’onere di organizzare le piazze e non ha convocato la sua di piazza come invece, ha fatto Conte? Il partito in questi mesi si è ‘pigramente’ lasciato condurre, decidendo di partecipare o meno alle piazze degli altri, restituendo ogni volta il solito teatrino dell’indecisione.
Fino a oggi, nel vivace dibattito interno al centrosinistra, non si era mai parlato di leadership. Nelle ultime ore, tuttavia, qualcosa è cambiato e si è cominciata ad affacciare l’ipotesi delle primarie, e si è sentito qualcuno evocare la più salomonica formula: “chi prende più voti, comanda”.
La manifestazione di sabato ha cominciato a mettere in discussione la convinzione di un centrosinistra a guida PD. È già da diverso tempo che i due maggiori partiti di opposizione viaggiano a velocità diverse. Certo il PD è sempre in vantaggio, ma dopo la Costituente di novembre il Movimento 5 Stelle ha ingranato la marcia e non si è più fermato.
Nei sondaggi, infatti, il partito di Giuseppe Conte è dato stabilmente in crescita a differenza del PD che continua a perdere consensi. Nell’ultimo mese la segretaria Elly Schlein non è riuscita a invertire la marcia e le evidenti spaccature interne non hanno giovato all’immagine di unità.
In questa fase il Movimento 5 Stelle gode di migliore salute e lo ha dimostrato portando in piazza – praticamente da solo – centinaia di migliaia di persone. Conte ha saputo riconnettersi con il suo elettorato dopo due anni di sfiducia e ritornando a pressare la segretaria dem.
Se qualcuno ha commesso l’errore di pensare troppo presto di aver chiuso la partita per la guida del centrosinistra, dovrà ricredersi perché Giuseppe Conte non ha mai avuto intenzione di mollare.
La sfida è aperta: è davvero il Pd a dettare la linea del centrosinistra, o Conte potrebbe riuscire a riscrivere gli equilibri interni alla coalizione, segnando l’inizio di una nuova era politica?