07 Apr, 2025 - 15:43

Misilmeri piange Sara Campanella nel giorno dell'ultimo saluto: "Basta femminicidi, qualcosa cambi"

Misilmeri piange Sara Campanella nel giorno dell'ultimo saluto: "Basta femminicidi, qualcosa cambi"

C'erano giovani e anziani. Familiari, amici, conoscenti e anche semplici cittadini tra la folla che questa mattina ha dato il suo ultimo saluto a Sara Campanella, la studentessa di 22 anni che lunedì scorso, 31 marzo 2025, è stata uccisa a coltellate dal suo collega di università Stefano Argentino, 27enne di Noto.

Durante l'omelia dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, qualcuno piangeva; altri ascoltavano, in silenzio, con il volto smarrito. Al termine, un lungo applauso ha accompagnato il feretro fuori dalla Chiesa di San Giovanni Battista, a Misilmeri, il paese d'origine della giovane vittima, oggi in lutto.

L'ultimo saluto a Sara Campanella, uccisa a Messina

All'ingresso del luogo di culto, palloncini bianchi. Su alcuni c'era scritto: "Mi amo troppo per stare con chiunque". Parole che Sara aveva condiviso sui social e che sono poi diventate uno slogan per ricordare lei e la sua storia. 

Lei, che a soli 22 anni stava per laurearsi in Tecniche di Laboratorio Biomedico; lei, che aveva un fidanzato, Antonino, e tanti sogni da realizzare. Lei, che è stata uccisa solo per aver detto "no" a un ragazzo che da tempo la tormentava.

"Siamo qui, sconvolti, senza parole, dinnanzi al corpo di Sara. Corpo martoriato, sacrificato, vita che ci è stata rubata", ha detto il parroco che officiava il funerale, chiedendosi il perché di quanto accaduto. "Ancora una volta risuona questo grido: 'Perché?'".

Argentino, interrogato, non ha saputo rispondere a questa domanda. Ha confessato, ma non ha spiegato il motivo del gesto. Secondo i legali che lo assistono, da giorni si rifiuterebbe di mangiare e di bere: "Vuole morire". 

Il video di Tag24 ai funerali di Sara Campanella, vittima di femminicidio. 

"Basta femminicidi": le testimonianze dei presenti al funerale a Misilmeri

A dirlo era già stata la madre, Daniela Santoro, quando aveva spiegato di averlo aiutato a raggiungere Noto da Messina perché, chiamandola dopo l'omicidio, il giovane, senza citare il delitto, le aveva confidato "l'intenzione di farla finita".

Mentre le indagini proseguono per accertare la verità, Misilmeri - e con essa l'intero Paese - piange. Non solo Sara, ma tutte le donne strappate alla vita in modo così brutale. "Spero che cambi qualcosa, che i giovani ritrovino l'amore, anche attraverso Cristo", ha detto una signora ai microfoni di Tag24.

Non è stata l'unica a chiedere un cambiamento. "Siamo arrivati al limite, non se ne può più. Troppe donne sono morte", ha dichiarato un giovane. "Basta vittime, basta violenza, tristezza. È troppo", ha aggiunto un'altra delle persone presenti al funerale. "Dev'esserci giustizia".

Cordoglio e solidarietà per la famiglia della vittima

Tanti hanno rivolto un pensiero anche ai genitori e al fratello di Sara. "Non li conosco personalmente, perché fanno parte della comunità di Portella di Mare, che ha come parroco Tony Di Carlo. Ho sentito la mamma. In questo momento purtroppo si è in una bolla di confusione", ha spiegato un sacerdote.

"Situazioni del genere sono sempre inaccettabili. Credo che il silenzio sia la cosa migliore, per cominciare a metabolizzare il dolore e poi capire cosa fare", ha aggiunto. Già, cosa fare? "Prevenire è meglio che curare", suggerisce qualcuno.

Soprattutto quando non si parla di episodi isolati, come ora. Secondo i dati del Ministero dell'Interno, dall'inizio del 2025 sono già stati registrati 11 femminicidi. Cinque dei quali tra l'8 marzo e il 2 aprile, in poco più di tre settimane.

Tra le vittime, oltre a Sara, c'è anche Ilaria Sula, 22 anni, studentessa de La Sapienza. Uccisa a Roma dall'ex fidanzato Mark Samson, che l'ha accoltellata e nascosta in una valigia, gettandola poi in un dirupo.  

Ilaria e Sara, quante volte dovremo dire: è successo ancora? Il parere della psicologa e psicoterapeuta Alexia Di Filippo. 

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