Roberto De Simone, uno dei più grandi protagonisti della cultura musicale e teatrale italiana, è morto il 7 aprile 2025, all'età di 91 anni, nella sua casa di Napoli. La sua scomparsa segna la fine di un'epoca per la tradizione culturale partenopea e italiana.
Roberto De Simone è morto a causa delle complicazioni legate a una polmonite che aveva contratto due mesi prima. Nonostante inizialmente sembrasse aver superato la crisi grazie al ricovero ospedaliero e alla riabilitazione in clinica, le sue condizioni si sono aggravate progressivamente fino alla sua scomparsa.
Negli ultimi anni della sua vita, De Simone aveva condotto una vita ritirata nella sua casa di Via Foria a Napoli, circondato dai suoi libri e dalle sue collezioni dedicate alla cultura popolare. Nonostante l'età avanzata e le difficoltà fisiche, continuava a lavorare su nuovi progetti artistici.
Roberto De Simone nacque il 25 agosto 1933 a Napoli, in Via Pignasecca, ai piedi dei Quartieri Spagnoli. Proveniva da una famiglia profondamente legata al mondo artistico: il nonno era attore teatrale, la zia mezzosoprano e il padre suggeritore nelle sceneggiate. Questa eredità familiare influenzò profondamente la sua visione artistica e culturale.
Fin da bambino dimostrò un talento precoce per la musica. Iniziò a studiare pianoforte a sei anni e si iscrisse al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli nel 1943. A soli quindici anni eseguì il concerto per pianoforte e orchestra K. 466 di Mozart, guadagnandosi l'attenzione come uno degli allievi più promettenti del conservatorio. La sua passione per la musica fu ulteriormente alimentata dall'esperienza di assistere alla Turandot di Puccini al Teatro San Carlo nel 1944.
De Simone si dedicò non solo alla musica classica ma anche alla riscoperta delle tradizioni popolari campane. Nel 1967 fondò la Nuova Compagnia di Canto Popolare, un gruppo che rivoluzionò l'approccio alla musica popolare, fondendo tradizione e innovazione. Tra le sue opere più celebri vi è La Gatta Cenerentola, rappresentata per la prima volta nel 1976 al Festival dei Due Mondi di Spoleto, che gli garantì un successo internazionale.
Roberto De Simone lascia la moglie Vanda e due figli, Maurizio e Stefano, che hanno annunciato con dolore la sua scomparsa. La famiglia era sempre stata un punto fermo nella vita del maestro, che ha saputo trasmettere ai suoi cari l'amore per l'arte e la cultura.
La carriera di Roberto De Simone è stata straordinariamente poliedrica. È stato musicologo, compositore, regista teatrale e drammaturgo. Ha insegnato Storia del Teatro all'Accademia delle Belle Arti di Napoli negli anni Settanta e ha ricoperto ruoli prestigiosi come direttore artistico del Teatro San Carlo (1981-1987) e direttore del Conservatorio San Pietro a Majella (1995-1999).
Tra i suoi lavori più importanti si annoverano opere teatrali come Masaniello (1975), Mistero Napolitano (1977), La Festa di Piedigrotta (1978) e Li Zite ‘ngalera (1978). Come compositore ha firmato lavori memorabili come il Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini (1985) e Eleonora (1999), dedicata al bicentenario della Rivoluzione del 1799.
La sua produzione musicale e teatrale ha sempre avuto un forte legame con le radici culturali napoletane, che ha reinterpretato con una sensibilità moderna. È stato inoltre insignito di numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Cavalierato delle Arti dalla Repubblica Francese e il titolo di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Italiana nel 2019.
La morte di Roberto De Simone rappresenta una perdita incalcolabile per il panorama culturale italiano. Il suo lavoro ha contribuito in modo significativo alla riscoperta delle tradizioni musicali napoletane e alla loro valorizzazione su scala internazionale. La sua opera più celebre, La Gatta Cenerentola, rimane un capolavoro senza tempo che continua a essere rappresentato nei teatri di tutto il mondo.
De Simone non è stato solo un artista ma anche un intellettuale impegnato. Le sue riflessioni sulla cultura popolare hanno influenzato generazioni di studiosi e artisti. La sua capacità di fondere passato e presente lo rende una figura unica nel panorama culturale italiano.
I funerali si terranno mercoledì presso la Cappella della Camera Mortuaria dell'Ospedale Sant'Orsola.