Michele Bravi è un artista italiano che ha saputo distinguersi non solo per il suo talento musicale, ma anche per la sua capacità di raccontare storie intime e profonde. Nato a Città di Castello nel 1994, Bravi ha raggiunto la notorietà vincendo la settima edizione di X Factor nel 2013. Dietro il successo si cela una storia personale toccante, intrecciata con quella dei suoi nonni, Luigi e Graziella, che lo hanno cresciuto mentre i genitori erano impegnati nelle loro carriere mediche. Conosciamo da vicino i genitori del cantautore e qual è la malattia diagnosticata all'amata nonna.
Michele Bravi è nato da Giovanna Machi e Stefano Bravi, entrambi medici di professione. La loro dedizione al lavoro li ha portati a turni estenuanti in ospedale, spesso notturni, lasciando poco tempo per occuparsi del giovane Michele durante l'infanzia. Per questo motivo, il cantante è stato cresciuto principalmente dai nonni materni, Luigi e Graziella. Una situazione ch ha creato un legame unico tra Michele e i suoi nonni, figura centrale nella sua educazione e nella sua visione del mondo.
Nonostante l'assenza fisica dei genitori durante gran parte della sua infanzia, Michele non ha mai espresso risentimento. Al contrario, ha sempre parlato con affetto del sacrificio dei suoi genitori e dell'importanza del sostegno ricevuto dai nonni. Luigi e Graziella, contadini con una formazione culturale limitata ma ricchi di saggezza pratica, hanno trasmesso a Michele valori fondamentali come l'umiltà e l'amore per le piccole cose della vita.
La nonna Graziella è stata diagnosticata con la malattia di Alzheimer l'11 settembre 2001, un giorno già segnato dalla tragedia globale delle Torri Gemelle. La diagnosi è arrivata dopo un episodio di amnesia che l'ha portata a cadere e rompersi un ginocchio. Il padre di Michele, essendo medico, ha compreso rapidamente che si trattava di qualcosa di più serio rispetto a un semplice svenimento.
L'Alzheimer ha avuto un decorso relativamente lungo nella vita di Graziella, durando quasi dieci anni. Durante questo periodo, la famiglia ha vissuto insieme le sfide poste dalla malattia. Michele ricorda come la nonna si rifugiasse nei ricordi dell'infanzia man mano che la memoria recente svaniva. Ad esempio, credeva di dover tornare a casa dalla madre o si vergognava di spogliarsi davanti al marito Luigi perché pensava di averlo appena conosciuto.
Nonostante le difficoltà, il cantautore descrive questa esperienza come un viaggio condiviso con amore e dignità. Ha paragonato la malattia a un gioco di nascondino:
L'esperienza personale con l'Alzheimer ha ispirato Michele Bravi a creare un progetto artistico intitolato Lo ricordo io per te. Questo progetto comprende una canzone, un libro e un cortometraggio diretto dallo stesso artista. Il cortometraggio segna il debutto alla regia di Bravi ed è interpretato da Lino Banfi nel ruolo del nonno Luigi e Lucia Zotti in quello della nonna Graziella.
Il corto racconta con delicatezza la storia d'amore tra i due nonni attraverso il prisma della malattia. Ambientato nei luoghi reali della loro vita a Città di Castello, il film esplora temi come l'amore incondizionato, la resilienza e la solitudine del caregiver. Lino Banfi ha accettato con entusiasmo il ruolo poiché anche lui aveva vissuto una situazione simile nella vita reale con sua moglie affetta da Alzheimer.
Una scena particolarmente commovente del cortometraggio riproduce un evento realmente accaduto: durante le nozze di diamante dei nonni di Bravi, Graziella ebbe un momento di lucidità in cui riconobbe tutti i presenti e scambiò parole d'amore con Luigi. Questo episodio è stato interpretato magistralmente da Banfi, lasciando commossi sia gli attori che le famiglie coinvolte nelle riprese.
Il progetto mira anche a sensibilizzare sul tema dell'Alzheimer e sulla solitudine che spesso accompagna chi si prende cura dei malati. Attraverso questa narrazione intima ma universale, Michele Bravi spera di rompere lo stigma associato alla malattia e offrire conforto a chi vive situazioni simili.