L’Inps ha aggiornato gli importi e i limiti delle prestazioni economiche legate ai congedi parentali, assegni di maternità e paternità. L’aggiornamento degli importi tiene conto della variazione dell’indice dei prezzi comunicata dall’Istat per il 2024.
Le nuove soglie riguardano i lavoratori dipendenti, gli autonomi, gli iscritti alla Gestione Separata Inps, i lavoratori domestici e chi possiede redditi discontinui.
Sono previsti dei cambiamenti anche nei limiti Isee per accedere agli assegni di maternità comunali e statali, così come nei tetti di reddito necessari per fruire del congedo parentale al 30%.
In questo articolo, vediamo tutte le novità, con anche la variazione dei limiti Isee per accedere agli assegni di maternità dei comuni e dello Stato.
Con la pubblicazione della circolare n. 72/2025, l’Inps ha aggiornato gli importi di riferimento per le prestazioni economiche legate alla maternità, paternità, congedi parentali e malattia.
Tali prestazioni si applicano ai lavoratori dipendenti, agli autonomi e ai professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps.
I valori si calcolo in riferimento a:
In dettaglio, di seguito riporto gli importi per categoria di lavoratore:
Le retribuzioni convenzionali orarie per lavoratori domestici sono:
Le lavoratrici autonome possono contare sul congedo parentale. Gli importi vengono definiti in base alla qualifica e alla tipologia di attività svolta.
Al pari degli altri assegni, anche quelli per le autonome i limiti minimi giornalieri sono gli stessi previsti per l’anno 2025 (tra 50,99 e 57,32 euro), ma applicati alla durata dell’evento.
È, altresì, previsto un assegno integrativo di tre mesi, ma solo per le lavoratrici con un reddito inferiore a 9.456,53 euro.
Accanto agli aggiornamenti sugli importi, cambiano anche i limiti reddituali per accedere al congedo parentale.
L’indennità del 30% spetta al genitore che ha reddito individuale inferiore a 19.610,50 euro annui, pari a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione previsto per il 2025, che si attesta a 7.844,20 euro.
Si tratta di una soglia generosa che permette al genitore lavoratore dipendente di accedere a un ulteriore periodo di congedo retribuito rispetto a quello ordinario, nell’ottica della tutela alle famiglie con basso reddito.
Gli assegni di maternità concessi dai Comuni e dallo Stato, continuano a essere forme di sostegno molto apprezzate dalle cittadine che non sono coperte da altre forme previdenziali. Fortunatamente, continuano a restare in vigore anche nel 2025, seppur con qualche novità.
L’assegno di maternità comunale è destinato alle cittadine con Isee inferiore a 20.382,90 euro, è pari a 2.037 euro totali, spalmati in cinque mesi per un importo di 407,40 euro mensili.
Contemporaneamente, l’assegno di maternità statale è rivolto alle lavoratrici con contratti atipici o discontinui. Nel 2025, l’importo è pari a 2.508,04 euro.
Aggiornamento degli importi e limiti per le prestazioni economiche: l'Inps ha aggiornato gli importi per maternità, paternità, congedi parentali e malattia, tenendo conto dell'indice dei prezzi Istat 2024. I cambiamenti riguardano vari gruppi di lavoratori, come dipendenti, autonomi e lavoratori domestici.
Congedo parentale e limiti reddituali: i limiti per accedere al congedo parentale con indennità al 30% sono aggiornati. La soglia per accedere è un reddito individuale inferiore a 19.610,50 euro, favorendo i genitori con reddito basso.
Assegni di maternità comunali e statali: gli assegni di maternità continuano anche nel 2025, con l'assegno comunale che rimane a 407,40 euro al mese per 5 mesi per Isee sotto 20.382,90 euro, e l'assegno statale per lavoratrici atipiche che ammonta a 2.508,04 euro.