Il Grande Fratello è terminato, ma le polemiche non accennano a diminuire. Stavolta al centro di recenti discussioni ci sarebbe l'opinionista Beatrice Luzzi e il conduttore Alfonso Signorini.
Emergono voci e dichiarazioni che suggeriscono frizioni e malumori da parte dell'attrice nei confronti della gestione del programma e di alcuni atteggiamenti dello stesso Signorini durante la sua permanenza nella Casa.
E da cosa possiamo evincerlo? Ovviamente dai social. Ecco cos'è successo.
Che ci siano state delle frizioni tra Signorini e la Luzzi non possiamo negarlo. Spesso i due si sono lanciati frecciatine, battutine e anche quale risposta piccata.
Beatrice Luzzi è stata un'opinionista divisiva, soprattutto perché ha preso spudoratamente le parti di alcuni concorrenti, soprattutto di Zeudi.
L'attrice, infatti, ha ricondiviso sul suo profilo X, un post riguardante un giornale francese, Slate, che ha criticato duramente la trasmissione, i produttori e il conduttore, per essere andati contro Zeudi a causa della sua "bisessualità".
Ecco il post completo riportato dalla pagina Veryinutilpeople:
Ma come ha fatto questa questione ad arrivare in Francia? Vediamo.
Immaginate la scena: una giornalista francese, Aurélie Rodrigues, si imbatte per caso su X (ex Twitter) in un video di due donne che flirtano in un programma televisivo italiano.
La curiosità la spinge ad approfondire e si ritrova "risucchiata" nel mondo del Grande Fratello.
Le due donne sono Helena Prestes e Zeudi Di Palma. Ciò che colpisce profondamente la giornalista, e che diventa il cuore dell'articolo, non è tanto il gossip o la potenziale storia d'amore, ma il trattamento riservato a Zeudi all'interno della casa.
L'articolo dipinge un quadro piuttosto inquietante: Zeudi, che si identifica come bisessuale, sarebbe diventata bersaglio di attacchi e commenti problematici non solo da parte di altri concorrenti, ma con una presunta tolleranza o addirittura incoraggiamento da parte della produzione stessa, forse per alimentare le dinamiche e le tensioni narrative.
Vengono riportati esempi specifici di frasi che sarebbero state rivolte a Zeudi: le viene detto che è "confusa", che il suo"orientamento sessuale non è ben definito", che "le donne come lei dovrebbero comportarsi meglio".
Addirittura, durante una puntata in prima serata, un altro concorrente l'avrebbe accusata apertamente di usare la sua bisessualità come strategia per arrivare in finale e ingraziarsi il pubblico.
La giornalista, che si identifica come donna lesbica residente a Parigi, si dice scioccata nel vedere questo tipo di dinamiche e linguaggio omofobo in un programma televisivo europeo nel (presunto) 2025, sottolineando come questi comportamenti non solo non vengano sanzionati, ma a volte sembrino quasi incentivati.
L'articolo non si ferma alla cronaca interna al reality, ma usa l'esperienza di Zeudi come spunto per una riflessione più ampia sulla società italiana.
Viene intervistato Luca Barra, professore dell'Università di Bologna esperto di media, il quale suggerisce che la televisione italiana, in particolare quella legata all'impero mediatico fondato da Berlusconi (Mediaset/MFE), sia uno specchio del clima politico del paese.
Si parla dell'influenza politica nella nomina degli organi di controllo (l'equivalente dell'Arcom francese), delle pressioni indirette del Vaticano e di come tutto ciò si ripercuota sulla rappresentazione della diversità.
Una critica diretta viene mossa anche ad Alfonso Signorini, il conduttore. L'articolo lo descrive non come una figura imparziale, ma come un "donatore di lezioni", che gestisce la parola in modo soggettivo, esprimendo opinioni spesso prevenute.
Viene sottolineata la sua influenza nel sistema mediatico italiano, essendo direttore di Chi (rivista del gruppo Mondadori guidato da Marina Berlusconi) e la sua vicinanza alla famiglia Berlusconi.
Il professor Barra aggiunge un commento che fa riflettere: mentre bestemmie o turpiloquio possono portare all'espulsione immediata dal programma (a causa del forte background cattolico del paese, citando dati sulla percentuale di cattolici in Italia), discorsi misogini o omofobi non riceverebbero sanzioni altrettanto severe.
L'articolo prosegue evidenziando le difficoltà della comunità LGBTQ+ in Italia: il matrimonio egualitario non è legale, l'adozione per coppie omosessuali è vietata, la legge contro l'omotransfobia (legge Zan) è stata bloccata, e la visione della premier Giorgia Meloni sulla "famiglia naturale" contribuisce a creare un clima percepito come ostile.
Vengono inserite testimonianze anonime di giovani italiane che raccontano la paura di fare coming out e la sensazione di dover vivere le proprie relazioni e identità in segreto, vedendo in Zeudi un modello di coraggio.
Infine, l'articolo tocca la rappresentazione stereotipata delle donne nel programma ("sante o puttane", "profumiere" che usano il fascino), contrapposta a quella degli uomini ("tombeur", strateghi), vista come un riflesso di una mentalità ancora legata a certi schemi culturali e come uno strumento narrativo facile per la produzione.
In conclusione, l'articolo di Slate.fr, pur partendo da un'ipotetica edizione futura e da una concorrente specifica, Zeudi, diventa una dura critica al Grande Fratello come specchio di una società italiana percepita come ancora conservatrice, con forti influenze politiche e religiose, e con difficoltà nella rappresentazione e accettazione delle diversità, in particolare quelle legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere.
La figura di Alfonso Signorini ne esce particolarmente criticata per il suo ruolo e la sua presunta parzialità.
Il fatto che Beatrice Luzzi abbia ricondiviso sui suoi social una critica così aspra al conduttore e ai produttori del Gf, è da considerarsi sicuramente un attacco.