Sciopero nazionale della scuola e degli studenti nella giornata di oggi, 4 aprile 2025. Le manifestazioni si sono tenute in tutta Italia e in oltre trenta città diverse: gli scioperanti hanno denunciato l'atteggiamento da parte del governo sull'istruzione ed hanno chiesto lo stop ai tagli e al riarmo. Proprio quest'ultimo tema sarà al centro del corteo di domani, 5 aprile 2025, organizzato a Roma dal Movimento Cinque Stelle.
Lo sciopero odierno è stato promosso dall'USB Scuola ed ha coinvolto diversi temi, oltre ai tagli all'istruzione e lo stop al riarmo. Il sindacato ha indetto la manifestazione per un rinnovo contrattuale giudicato penalizzante per il personale ATA e i docenti. Contestate anche le riforme che coinvolgeranno istituti tecnici e professionali e le nuove linee guida per il primo ciclo scolastico.
Nel corso delle manifestazioni, in particolare a quella tenutasi a Torino ed organizzata dal Fronte della Gioventù Comunista, sono comparse anche foto e fantocci dei ministri Valditara e Bernini. Bruciata, nel corso della manifestazione capitolina, una bandiera dell'Unione Europea per protestare contro i fondi dirottati sul riarmo.
Roma, Torino, Bologna e Genova. Sono solo alcune delle città coinvolte nella manifestazione nazionale studentesca che si è tenuta nella giornata di oggi, 4 aprile 2025, in tutto il Paese. Alla base della protesta ci sono le riforme volute dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, e dalla titolare del dicastero dell'Università, Anna Maria Bernini.
Gli studenti hanno anche contestato il piano di riarmo voluto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la carenza di fondi per le scuole. Ad indire la giornata di protesta è stata USB Scuola: al centro delle polemiche ci sono anche i rinnovi contrattuali di docenti e personale ATA. Le piazze hanno chiesto lo stop ai tagli e alla precarietà nelle scuole.
A fare notizia, però, sono i gesti estremi. Nel corso del corteo di questa mattina a Roma, di fronte al ministero dell'Istruzione, è stata data alle fiamme una bandiera gigante dell'Unione Europea con dei fumogeni.
Un gesto palesemente contrario al piano di riarmo che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha reso noto un mese fa.
Nel corso della manifestazione a Roma, sono stati scanditi slogan contro i ministri del governo Meloni.
A Torino e Genova migliaia di studenti sono scesi in piazza per una giornata nazionale di mobilitazione promossa dal Fronte della Gioventù Comunista, per protestare contro le politiche del governo su istruzione e spese militari. Al centro della protesta, il taglio ai fondi per l’istruzione pubblica – con 170 milioni di euro in meno solo nel 2024 – e la riforma Valditara, contestata insieme al sistema dell’alternanza scuola-lavoro. I manifestanti hanno chiesto investimenti per una scuola pubblica di qualità e si sono opposti al riarmo e al genocidio in Palestina, ribadendo lo slogan “Scuole per tutti, non bombe”.
A Torino, il corteo è stato aperto da uno striscione con scritto “Soldi alla formazione, non alla guerra”, accompagnato da fantocci satirici raffiguranti i ministri Valditara e Bernini. Durante il passaggio davanti alla sede dell’Unione Industriali, alcuni studenti hanno imbrattato i muri con vernice rossa. A terra, sono state bruciate immagini dei principali leader politici, come già avvenuto in passato. Qualche studente, a volto coperto, ha fatto il gesto della P38 – una situazione già vista lo scorso 15 novembre, sempre nel capoluogo piemontese.
A Genova, la manifestazione ha coinvolto numerosi istituti scolastici e si è svolta tra cori e slogan. Il consigliere regionale Balleari ha condannato gli episodi di violenza, definendoli un attacco alla democrazia.